Al netto delle difficoltà attraversate negli ultimi anni e delle sconfitte subite sul teatro siro-iracheno e libico, il sedicente Stato Islamico (IS) proclamato dai guerriglieri del ‘califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi rappresenta un unicum all’interno della galassia jihadista. A partire dalla conquista di Mosul nel giugno 2014, infatti, l’offensiva scatenata dalle coorti jihadiste ha portato il movimento a estendere la sua autorità su un’area che andava dal nord della Siria all’Iraq orientale e a proclamare la nascita di una serie di province (wilaya) distribuite lungo un arco di instabilità che dal Maghreb si prolungava sino alla regione saheliana per poi snodarsi attraverso Levante, Mesopotamia, Golfo Persico, Asia Centrale e subcontinente indiano. Un successo senza precedenti fondato su una serie di vittorie che hanno colto di sorpresa l’intera comunità internazionale, ma anche su una strategia comunicativa capace di generare un livello di sostegno mai registrato nella storia del jihadismo contemporaneo. Proprio quest’ultimo fattore rappresenta uno degli elementi più caratterizzanti di IS. Già in passato altri esponenti di punta della galassia jihadista avevano sottolineato l’importanza della lotta sul piano ideologico e propagandistico (lo stesso Ayman al-Zawahiri, attuale leader di al-Qa‘ida, scriveva in una lettera del 2005 come più di metà della battaglia in corso fosse combattuta a livello mediatico ), ma nessuno si è mai avvicinato ai livelli raggiunti dallo ‘Stato Islamico’ (IS), che ha posto la campagna per i “cuori e le menti” della umma e la strategia del terrore al centro della propria azione. Il presente contributo intende quindi esaminare i punti più rilevanti del messaggio di IS, così come la peculiarità della sua piattaforma mediale, senza ignorare il peso decisivo esercitato dalle condizioni ambientali che hanno permesso al “califfato” di emergere – elementi, questi, fortemente interconnessi. La prima parte del capitolo si concentrerà, quindi, sulle cause profonde alla base dell’ascesa del fenomeno in esame, soffermandosi, in particolare, sul peso decisivo giocato dalle diverse crisi che, a partire dai primi anni Duemila, hanno investito l’intero quadrante mediorientale. I paragrafi successivi saranno invece dedicati a delineare i punti di forza dell’impostazione dottrinale di IS e le sue differenze rispetto a quella delle formazioni che l’hanno preceduto. L’ultima parte del saggio, invece, presenterà in brevità i diversi strumenti a cui il gruppo ha fatto ricorso per veicolare il proprio messaggio e gli elementi che hanno contribuito in misura determinante a segnarne il successo.

Plebani, A., La strategia comunicativa del sedicente Stato Islamico tra mondo arabo ed ecumene islamica, in Del Zanna, G. (ed.), La geopolitica delle lingue, Maggioli spa, Santarcangelo di Romagna (RN) 2018: 185- 198 [http://hdl.handle.net/10807/132802]

La strategia comunicativa del sedicente Stato Islamico tra mondo arabo ed ecumene islamica

Plebani, Andrea
2018

Abstract

Al netto delle difficoltà attraversate negli ultimi anni e delle sconfitte subite sul teatro siro-iracheno e libico, il sedicente Stato Islamico (IS) proclamato dai guerriglieri del ‘califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi rappresenta un unicum all’interno della galassia jihadista. A partire dalla conquista di Mosul nel giugno 2014, infatti, l’offensiva scatenata dalle coorti jihadiste ha portato il movimento a estendere la sua autorità su un’area che andava dal nord della Siria all’Iraq orientale e a proclamare la nascita di una serie di province (wilaya) distribuite lungo un arco di instabilità che dal Maghreb si prolungava sino alla regione saheliana per poi snodarsi attraverso Levante, Mesopotamia, Golfo Persico, Asia Centrale e subcontinente indiano. Un successo senza precedenti fondato su una serie di vittorie che hanno colto di sorpresa l’intera comunità internazionale, ma anche su una strategia comunicativa capace di generare un livello di sostegno mai registrato nella storia del jihadismo contemporaneo. Proprio quest’ultimo fattore rappresenta uno degli elementi più caratterizzanti di IS. Già in passato altri esponenti di punta della galassia jihadista avevano sottolineato l’importanza della lotta sul piano ideologico e propagandistico (lo stesso Ayman al-Zawahiri, attuale leader di al-Qa‘ida, scriveva in una lettera del 2005 come più di metà della battaglia in corso fosse combattuta a livello mediatico ), ma nessuno si è mai avvicinato ai livelli raggiunti dallo ‘Stato Islamico’ (IS), che ha posto la campagna per i “cuori e le menti” della umma e la strategia del terrore al centro della propria azione. Il presente contributo intende quindi esaminare i punti più rilevanti del messaggio di IS, così come la peculiarità della sua piattaforma mediale, senza ignorare il peso decisivo esercitato dalle condizioni ambientali che hanno permesso al “califfato” di emergere – elementi, questi, fortemente interconnessi. La prima parte del capitolo si concentrerà, quindi, sulle cause profonde alla base dell’ascesa del fenomeno in esame, soffermandosi, in particolare, sul peso decisivo giocato dalle diverse crisi che, a partire dai primi anni Duemila, hanno investito l’intero quadrante mediorientale. I paragrafi successivi saranno invece dedicati a delineare i punti di forza dell’impostazione dottrinale di IS e le sue differenze rispetto a quella delle formazioni che l’hanno preceduto. L’ultima parte del saggio, invece, presenterà in brevità i diversi strumenti a cui il gruppo ha fatto ricorso per veicolare il proprio messaggio e gli elementi che hanno contribuito in misura determinante a segnarne il successo.
2018
Italiano
La geopolitica delle lingue
9788891626844
Maggioli spa
Plebani, A., La strategia comunicativa del sedicente Stato Islamico tra mondo arabo ed ecumene islamica, in Del Zanna, G. (ed.), La geopolitica delle lingue, Maggioli spa, Santarcangelo di Romagna (RN) 2018: 185- 198 [http://hdl.handle.net/10807/132802]
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