The essay argues two important topics of urban sociology: the relationship between city/culture and city/gender. Feminist movement shows how urban spaces are often gendered. For example in the industrial city space of production is always masculine and separated from the female space of reproduction. The bet about the title talks is around a different way of life and work where these dimensions are deeply related. Two researchs about women enterpreneurs in Milan, managed by the author, show how this is possible. These women are all engaged in cultural production and in their working venture bring personal experiences. With these particular activities they are able to reconcile the public and private dimensions of their life. Moreover in this way they root in the place where they live and work. The city, in this case Milan, became more comfortable for all, women and men together.

Il saggio esamina due orizzonti teorici della sociologia urbana particolarmente significativi: la relazione città/cultura e il rapporto città/genere. Si deve alla critica femminista la rilevazione e la denuncia della dicotomizzazione sessuale degli ambiti urbani, emblematicamente rappresentata dall’organizzazione spaziale della città industriale (produzione come luogo maschile vs. riproduzione come spazio femminile). La scommessa, cui si accenna nel titolo, è relativa alla possibilità che tale frattura possa essere superata attraverso la scelta di un’attività lavorativa in cui lo spazio infradomestico sia il riflesso di quello domestico. Nello specifico vengono analizzate due esperienze di ricerca sull’imprenditoria culturale femminile a Milano in cui le protagoniste costituiscono degli esempi interessanti di donne autonome non tanto (o non solo) perché indipendenti dal mondo maschile quanto perché si sono affacciate sullo spazio pubblico portando il loro spazio privato. Inoltre in queste dinamiche di riappropriazione di sé e degli spazi della propria vita, in cui il privato diviene un punto di forza - culturale ed economica al tempo stesso – nell’arena pubblica, si annida un profondo bisogno di radicamento, un forte desiderio di sentirsi a casa. Ed è interessante notare come sia proprio la popolazione femminile a farsene carico in maniera peculiare. Le donne, infatti, anche le più avvantaggiate, esperiscono forme di radicamento forzoso per l’esperienza della maternità. Diventare madri – ma anche accudire gli anziani, dedicarsi alla cura dei figli e del marito – costringe, in qualche modo, a fermarsi e a restare sul posto. Dalla costrizione fisica, però, a volte possono nascere anche nuove forme di attaccamento al territorio, più libere e spontanee. Nella prospettiva qui analizzata, quella delle piccole imprese culturali, il contesto milanese, con le sue particolari caratteristiche di apertura, di accoglienza e di disponibilità verso le nuove tendenze, sembra essere stato particolarmente propizio nel favorire tali forme di riappropriazione privata dello spazio pubblico.

Lunghi, C., Lavorare con la cultura a Milano. Una scommessa al femminile, in Mazzette, A. (ed.), L'urbanità delle donne. Creare, faticare, governare ed altro, Franco Angeli, Milano 2006: 77- 98 [http://hdl.handle.net/10807/27621]

Lavorare con la cultura a Milano. Una scommessa al femminile

Lunghi, Carla
2006

Abstract

The essay argues two important topics of urban sociology: the relationship between city/culture and city/gender. Feminist movement shows how urban spaces are often gendered. For example in the industrial city space of production is always masculine and separated from the female space of reproduction. The bet about the title talks is around a different way of life and work where these dimensions are deeply related. Two researchs about women enterpreneurs in Milan, managed by the author, show how this is possible. These women are all engaged in cultural production and in their working venture bring personal experiences. With these particular activities they are able to reconcile the public and private dimensions of their life. Moreover in this way they root in the place where they live and work. The city, in this case Milan, became more comfortable for all, women and men together.
2006
Italiano
L'urbanità delle donne. Creare, faticare, governare ed altro
8846473752
Lunghi, C., Lavorare con la cultura a Milano. Una scommessa al femminile, in Mazzette, A. (ed.), L'urbanità delle donne. Creare, faticare, governare ed altro, Franco Angeli, Milano 2006: 77- 98 [http://hdl.handle.net/10807/27621]
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