L’indagine, partendo da un’affermazione di Grazioso Uberti (“Per maggior solennizatione delle feste, devansi accopiare le voci, e gl’stromenti”, Contrasto musico, 1630), affronta il tema dei ‘concerti’ in ambito liturgico, con riferimento alla vicenda delle più importanti cappelle musicali del Nord Italia. In particolare, i ‘concerti’ proposti con voci e strumenti non rappresentano soltanto un fortunato incontro di due orizzonti espressivi, ma segnano anche un momento di importanza decisiva nell’affermarsi di una sensibilità e di un gusto che muovono verso nuovi orientamenti. Si tratta di orientamenti che non sempre risultano coerenti e univoci nell’esplicarsi lungo le coordinate spazio-temporali. Tuttavia, a dispetto di questi e di altri limiti, le scelte di campo fondamentali presentano una chiara linea evolutiva. Lo attestano soprattutto l’editoria e – contestualmente – il graduale imporsi di organici strumentali, anche opulenti, nelle cappelle musicali attive nei centri d’irraggiamento stilistico più avanzati dell’Italia settentrionale. In contrasto con le disposizioni molto restrittive espresse dalla Chiesa post-tridentina, la funzione di richiamo esercitata dai ‘concerti’ sui fedeli era a tal punto avvertita, da portare alcune chiese a proporre musica per voci e strumenti anche in periodi dell’anno liturgico, caratterizzati da uno spirito di severa compunzione., quali la Quaresima e la Settimana Santa. E’ evidente che i ‘concerti’, anche in virtù di un’organizzazione spaziale dei musici in più fonti di suono (si pensi alla possibilità di fare riferimento alla giustapposizione degli organi, alle cantorie stabili e provvisorie, ecc.), erano occasioni di grande effetto spettacolare. La magnificenza degli insiemi, caratterizzata da intonazioni tanto massive quanto varie nei diversi parametri espressivi, era tale da tradurre il fasto delle cerimonie in esperienza altamente suggestiva e coinvolgente. Inutile rilevare come questo esito pare esprimere un’attitudine fondamentale nell’estetica barocca: la persuasione. A ben vedere, i ‘concerti’ si muovono - non importa se consapevolmente – nel segno di un progetto nel quale la ricerca di un effetto fortemente impressivo rimanda a presupposti retorici (nel senso aristotelico). Il movere innescato dalla sovraesposizione estetica della musica media, nell’esperienza cultuale, un persuadere. Tuttavia, la forte accentuazione del livello estetico finisce con lo stemperare la funzionalità liturgica e i ‘concerti’ tendono a risolvere in se stessi ogni possibile significato. Gli astanti, in realtà, prima ancora che dei fedeli, sono un pubblico da conquistare con tutti gli artifici dell’arte. Si giunge così ad una persuasione che paradossalmente – ma in perfetta sintonia con la sensibilità barocca - il più delle volte si risolve nel dominio estetico, giungendo ad oscurare il richiamo dell’ethos devozionale.

Padoan, M., L'affermarsi dei concerti nel primo barocco, in Sofia Fabiańsk, S. F., Jakub Kubienie, J. K., Piotr Wil, P. W., Andrzej Sitar, A. S. (ed.), Muzykolog Wobec Świadectw Źródłowych I Dokumentów, Musica Iagellonica, Kraków 2009: 517- 532 [http://hdl.handle.net/10807/30684]

L'affermarsi dei concerti nel primo barocco

Padoan, Maurizio
2009

Abstract

L’indagine, partendo da un’affermazione di Grazioso Uberti (“Per maggior solennizatione delle feste, devansi accopiare le voci, e gl’stromenti”, Contrasto musico, 1630), affronta il tema dei ‘concerti’ in ambito liturgico, con riferimento alla vicenda delle più importanti cappelle musicali del Nord Italia. In particolare, i ‘concerti’ proposti con voci e strumenti non rappresentano soltanto un fortunato incontro di due orizzonti espressivi, ma segnano anche un momento di importanza decisiva nell’affermarsi di una sensibilità e di un gusto che muovono verso nuovi orientamenti. Si tratta di orientamenti che non sempre risultano coerenti e univoci nell’esplicarsi lungo le coordinate spazio-temporali. Tuttavia, a dispetto di questi e di altri limiti, le scelte di campo fondamentali presentano una chiara linea evolutiva. Lo attestano soprattutto l’editoria e – contestualmente – il graduale imporsi di organici strumentali, anche opulenti, nelle cappelle musicali attive nei centri d’irraggiamento stilistico più avanzati dell’Italia settentrionale. In contrasto con le disposizioni molto restrittive espresse dalla Chiesa post-tridentina, la funzione di richiamo esercitata dai ‘concerti’ sui fedeli era a tal punto avvertita, da portare alcune chiese a proporre musica per voci e strumenti anche in periodi dell’anno liturgico, caratterizzati da uno spirito di severa compunzione., quali la Quaresima e la Settimana Santa. E’ evidente che i ‘concerti’, anche in virtù di un’organizzazione spaziale dei musici in più fonti di suono (si pensi alla possibilità di fare riferimento alla giustapposizione degli organi, alle cantorie stabili e provvisorie, ecc.), erano occasioni di grande effetto spettacolare. La magnificenza degli insiemi, caratterizzata da intonazioni tanto massive quanto varie nei diversi parametri espressivi, era tale da tradurre il fasto delle cerimonie in esperienza altamente suggestiva e coinvolgente. Inutile rilevare come questo esito pare esprimere un’attitudine fondamentale nell’estetica barocca: la persuasione. A ben vedere, i ‘concerti’ si muovono - non importa se consapevolmente – nel segno di un progetto nel quale la ricerca di un effetto fortemente impressivo rimanda a presupposti retorici (nel senso aristotelico). Il movere innescato dalla sovraesposizione estetica della musica media, nell’esperienza cultuale, un persuadere. Tuttavia, la forte accentuazione del livello estetico finisce con lo stemperare la funzionalità liturgica e i ‘concerti’ tendono a risolvere in se stessi ogni possibile significato. Gli astanti, in realtà, prima ancora che dei fedeli, sono un pubblico da conquistare con tutti gli artifici dell’arte. Si giunge così ad una persuasione che paradossalmente – ma in perfetta sintonia con la sensibilità barocca - il più delle volte si risolve nel dominio estetico, giungendo ad oscurare il richiamo dell’ethos devozionale.
2009
Italiano
Muzykolog Wobec Świadectw Źródłowych I Dokumentów
9788370991654
Padoan, M., L'affermarsi dei concerti nel primo barocco, in Sofia Fabiańsk, S. F., Jakub Kubienie, J. K., Piotr Wil, P. W., Andrzej Sitar, A. S. (ed.), Muzykolog Wobec Świadectw Źródłowych I Dokumentów, Musica Iagellonica, Kraków 2009: 517- 532 [http://hdl.handle.net/10807/30684]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/30684
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact