Analizziamo la relazione esistente fra disuguaglianza totale dei redditi in Italia e offerta di lavoro da parte delle famiglie, distinguendo fra coppie con e senza figli, bireddito e monoreddito, con occupazione a tempo pieno e a tempo parziale. Forniamo evidenze empiriche nuove sulle differenze esistenti fra famiglie monoreddito e bireddito, distinte per numero di figli, sulla base di un’analisi dell’universo delle dichiarazioni dei redditi in Italia, ricostruiti su base familiare. Sulla base del data base Oecd e dati Eurostat confrontiamo a livello europeo le relazioni esistenti fra Pil pro-capite e le seguenti tipologie di famiglie: a) con un solo componente che lavora; b) con entrambi i componenti che lavorano a tempo pieno; c) con un componente che lavora a tempo pieno e l’altro a tempo parziale. I Paesi in cui entrambi lavorano a tempo pieno sono caratterizzati da un basso livello di Pil pro-capite e, in media, un più elevato tasso di crescita economica. I Paesi in cui è maggiore la disuguaglianza complessiva sono anche quelli in cui è dominante la quota di famiglie con un solo percettore, come in Italia: nei Paesi in cui è maggiore la quota di spesa sul Pil di protezione sociale dedicata a famiglia e bambini è anche minore la disuguaglianza complessiva. Di conseguenza analizziamo più in profondità il problema della conciliazione fra famiglia e lavoro, nei termini di una conciliazione fra identità private e sociali dei suoi componenti. Abbiamo analizzato le radici sociali ed economiche della disuguaglianza economica a livello familiare, sulla base di un’apposita elaborazione dell’indagine della Banca d’Italia sui bilanci della famiglie. È confermata in modo robusto l’esistenza di una “attrazione fra simili” per quanto riguarda i livelli d’istruzione: stimiamo nel 73% la probabilità che sia il marito che la moglie abbiamo entrambi un livello d’istruzione non superiore alle medie inferiori. La disuguaglianza dei livelli d’istruzione si riflette anche in una disuguaglianza dei redditi della moglie e del marito: il 9% del reddito complessivo delle famiglie bireddito viene percepito da mogli e mariti con redditi nel quintile più elevato. Abbiamo individuato una dinamica compensativa del lavoro della donna, rispetto a diminuzioni del reddito dell’uomo nelle famiglie monoreddito. Sul piano della politica economica concludiamo sulla necessità di attuare politiche strutturali, oltre che congiunturali, per favorire la mobilità sociale e la crescita economica.

Campiglio, L., Famiglia e disuguaglianza economica, in Sistema economico e famiglia, (Milano, 16-16 April 2012), Vita e Pensiero, Milano 2013:<<Collana Contributi, 7>>, 47-69 [http://hdl.handle.net/10807/52295]

Famiglia e disuguaglianza economica

Campiglio, Luigi
2013

Abstract

Analizziamo la relazione esistente fra disuguaglianza totale dei redditi in Italia e offerta di lavoro da parte delle famiglie, distinguendo fra coppie con e senza figli, bireddito e monoreddito, con occupazione a tempo pieno e a tempo parziale. Forniamo evidenze empiriche nuove sulle differenze esistenti fra famiglie monoreddito e bireddito, distinte per numero di figli, sulla base di un’analisi dell’universo delle dichiarazioni dei redditi in Italia, ricostruiti su base familiare. Sulla base del data base Oecd e dati Eurostat confrontiamo a livello europeo le relazioni esistenti fra Pil pro-capite e le seguenti tipologie di famiglie: a) con un solo componente che lavora; b) con entrambi i componenti che lavorano a tempo pieno; c) con un componente che lavora a tempo pieno e l’altro a tempo parziale. I Paesi in cui entrambi lavorano a tempo pieno sono caratterizzati da un basso livello di Pil pro-capite e, in media, un più elevato tasso di crescita economica. I Paesi in cui è maggiore la disuguaglianza complessiva sono anche quelli in cui è dominante la quota di famiglie con un solo percettore, come in Italia: nei Paesi in cui è maggiore la quota di spesa sul Pil di protezione sociale dedicata a famiglia e bambini è anche minore la disuguaglianza complessiva. Di conseguenza analizziamo più in profondità il problema della conciliazione fra famiglia e lavoro, nei termini di una conciliazione fra identità private e sociali dei suoi componenti. Abbiamo analizzato le radici sociali ed economiche della disuguaglianza economica a livello familiare, sulla base di un’apposita elaborazione dell’indagine della Banca d’Italia sui bilanci della famiglie. È confermata in modo robusto l’esistenza di una “attrazione fra simili” per quanto riguarda i livelli d’istruzione: stimiamo nel 73% la probabilità che sia il marito che la moglie abbiamo entrambi un livello d’istruzione non superiore alle medie inferiori. La disuguaglianza dei livelli d’istruzione si riflette anche in una disuguaglianza dei redditi della moglie e del marito: il 9% del reddito complessivo delle famiglie bireddito viene percepito da mogli e mariti con redditi nel quintile più elevato. Abbiamo individuato una dinamica compensativa del lavoro della donna, rispetto a diminuzioni del reddito dell’uomo nelle famiglie monoreddito. Sul piano della politica economica concludiamo sulla necessità di attuare politiche strutturali, oltre che congiunturali, per favorire la mobilità sociale e la crescita economica.
2013
Italiano
Sistema economico e famiglia
Sistema economico e famiglia
Milano
16-apr-2012
16-apr-2012
978-88-343-2636-7
Campiglio, L., Famiglia e disuguaglianza economica, in Sistema economico e famiglia, (Milano, 16-16 April 2012), Vita e Pensiero, Milano 2013:<<Collana Contributi, 7>>, 47-69 [http://hdl.handle.net/10807/52295]
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