Il facilitatore è una delle nuove professioni che stanno nascendo in questo “passaggio d’epoca”, e ila prefazione in oggetto mostra come le nuove professioni non nascano a caso, ma siano la conseguenza di nuove esigenze che emergono nel tessuto sociale oppure di esigenze già esistenti che però il mutato contesto socioculturale obbliga a soddisfare per strade diverse da quelle consuete. La figura del facilitatore dei gruppi è nata e si sta diffondendo proprio perché il comunicare efficacemente e il relazionarsi in modo collaborativo sono attività intrinsecamente difficili e ricche di insidie, attività che spesso necessitano di un aiuto esterno qualificato per giungere a buon esito e non degenerare in conflitto distruttivo o in cessazione del rapporto. Comunicare e relazionarsi costruttivamente con altre persone è sempre stato difficile, ma oggi lo è perfino di più, sia perché la democrazia e le libertà civili hanno ampliato notevolmente i confini e gli orizzonti del comunicare, sia perché tutto sta cambiando così velocemente nel vivere sociale che non si hanno più punti di riferimento affidabili, regole certe, binari prestabiliti, e dobbiamo aggiornare continuamente non solo gli schemi, le regole e i linguaggi della comunicazione ma perfino la nostra stessa personalità. Ne consegue che l’educazione comunicativo-emotivo-relazionale dei bambini e degli adulti dovrà essere una delle priorità dei prossimi anni se vogliamo perseguire una politica sociale imperniata sulla qualità della vita e sulla prevenzione del disagio psico-sociale, della microconflittualità urbana e familiare, dello stress, del mobbing e del burn out e di molte altre patologie sistemiche che affliggono la vita sociale contemporanea. Tuttavia, poiché la ricaduta di tali iniziative educative sarà (ammesso che vengano intraprese) inevitabilmente lenta e graduale, sarà indispensabile anche disporre di un congruo numero di figure professionali specializzate – tra cui i facilitatori – aventi il compito di favorire il buon esito dei processi comunicativo-relazionali e di aiutare i soggetti coinvolti a prevenire o gestire eventuali incomprensioni, blocchi e conflitti, ovunque essi si manifestino: nella coppia, in famiglia, a scuola, nei gruppi, nelle organizzazioni, nella società civile.

Cheli, E. (2006). Prefazione [a Il facilitatore dei gruppi], 15-21.

Prefazione [a Il facilitatore dei gruppi]

CHELI, ENRICO
2006-01-01

Abstract

Il facilitatore è una delle nuove professioni che stanno nascendo in questo “passaggio d’epoca”, e ila prefazione in oggetto mostra come le nuove professioni non nascano a caso, ma siano la conseguenza di nuove esigenze che emergono nel tessuto sociale oppure di esigenze già esistenti che però il mutato contesto socioculturale obbliga a soddisfare per strade diverse da quelle consuete. La figura del facilitatore dei gruppi è nata e si sta diffondendo proprio perché il comunicare efficacemente e il relazionarsi in modo collaborativo sono attività intrinsecamente difficili e ricche di insidie, attività che spesso necessitano di un aiuto esterno qualificato per giungere a buon esito e non degenerare in conflitto distruttivo o in cessazione del rapporto. Comunicare e relazionarsi costruttivamente con altre persone è sempre stato difficile, ma oggi lo è perfino di più, sia perché la democrazia e le libertà civili hanno ampliato notevolmente i confini e gli orizzonti del comunicare, sia perché tutto sta cambiando così velocemente nel vivere sociale che non si hanno più punti di riferimento affidabili, regole certe, binari prestabiliti, e dobbiamo aggiornare continuamente non solo gli schemi, le regole e i linguaggi della comunicazione ma perfino la nostra stessa personalità. Ne consegue che l’educazione comunicativo-emotivo-relazionale dei bambini e degli adulti dovrà essere una delle priorità dei prossimi anni se vogliamo perseguire una politica sociale imperniata sulla qualità della vita e sulla prevenzione del disagio psico-sociale, della microconflittualità urbana e familiare, dello stress, del mobbing e del burn out e di molte altre patologie sistemiche che affliggono la vita sociale contemporanea. Tuttavia, poiché la ricaduta di tali iniziative educative sarà (ammesso che vengano intraprese) inevitabilmente lenta e graduale, sarà indispensabile anche disporre di un congruo numero di figure professionali specializzate – tra cui i facilitatori – aventi il compito di favorire il buon esito dei processi comunicativo-relazionali e di aiutare i soggetti coinvolti a prevenire o gestire eventuali incomprensioni, blocchi e conflitti, ovunque essi si manifestino: nella coppia, in famiglia, a scuola, nei gruppi, nelle organizzazioni, nella società civile.
2006
9788846473684
Cheli, E. (2006). Prefazione [a Il facilitatore dei gruppi], 15-21.
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