Questo breve saggio sull’icona, dedicato a Gilbert Dagron e pubblicato nel contesto di un omaggio al suo volume Décrire et peindre, indaga lo statuto e le implicazioni concettuali — teologiche e filosofiche, ma anche antropologiche e storico-psicologiche — dell’immagine sacra del mondo cristiano ortodosso, la cui influenza sul pensiero e sulla letteratura tra Ottocento e Novecento sarà determinante per la nascita della pittura moderna. Con il sostegno esemplificativo di un agile apparato di tavole, i temi della pittura d’icone (particolare attenzione è rivolta a quello della Trasfigurazione) e le caratteristiche figurative dei suoi soggetti (volto scarnificato e rugoso, labbra sottili, ma soprattutto occhi grandi e fissi e frontalità della figura) vengono sondate nei loro significati simbolici, metafisici e dottrinali. La cosiddetta teologia dell’icona e la visione mistica che essa sottende vengono considerati anche alla luce metodologica dell’antropologia del mondo antico, in particolare degli studi di Jean-Pierre Vernant, e in quest’ottica ricollegate ai loro antecedenti greci classici e pre-classici. Dedicated to Gilbert Dagron and published as a part of a homage to his work Décrire et peindre, this brief essay on icons investigates the status and conceptual implications – theological, philosophical, anthropological and historical-psychological – of the sacred image in the Orthodox Christian world. The influence of icons in 19th and 20th century literature and thought will be significant for the birth of modern painting. With the support of a helpful apparatus of plates, the themes of icon painting (particular attention is given to the Transfiguration) and the figurative characteristics of its subjects (lean lined faces, thin lips, and especially, large eyes with fixed gaze and frontal posture) are analysed for their symbolic, metaphysical, and doctrinal meanings. So-called icon theology and mystical vision are also considered in light of the anthropology of the ancient world, in particular through the work of Jean-Pierre Vernant, and in this perspective are reconnected to their pre-classical and classical Greek antecedents.

Ronchey, S. (2009). La morte-in-vita negli occhi. In margine a Décrire et peindre. RIVISTA DI STORIA E LETTERATURA RELIGIOSA, 45, 171-183.

La morte-in-vita negli occhi. In margine a Décrire et peindre

RONCHEY, SILVIA
2009-01-01

Abstract

Questo breve saggio sull’icona, dedicato a Gilbert Dagron e pubblicato nel contesto di un omaggio al suo volume Décrire et peindre, indaga lo statuto e le implicazioni concettuali — teologiche e filosofiche, ma anche antropologiche e storico-psicologiche — dell’immagine sacra del mondo cristiano ortodosso, la cui influenza sul pensiero e sulla letteratura tra Ottocento e Novecento sarà determinante per la nascita della pittura moderna. Con il sostegno esemplificativo di un agile apparato di tavole, i temi della pittura d’icone (particolare attenzione è rivolta a quello della Trasfigurazione) e le caratteristiche figurative dei suoi soggetti (volto scarnificato e rugoso, labbra sottili, ma soprattutto occhi grandi e fissi e frontalità della figura) vengono sondate nei loro significati simbolici, metafisici e dottrinali. La cosiddetta teologia dell’icona e la visione mistica che essa sottende vengono considerati anche alla luce metodologica dell’antropologia del mondo antico, in particolare degli studi di Jean-Pierre Vernant, e in quest’ottica ricollegate ai loro antecedenti greci classici e pre-classici. Dedicated to Gilbert Dagron and published as a part of a homage to his work Décrire et peindre, this brief essay on icons investigates the status and conceptual implications – theological, philosophical, anthropological and historical-psychological – of the sacred image in the Orthodox Christian world. The influence of icons in 19th and 20th century literature and thought will be significant for the birth of modern painting. With the support of a helpful apparatus of plates, the themes of icon painting (particular attention is given to the Transfiguration) and the figurative characteristics of its subjects (lean lined faces, thin lips, and especially, large eyes with fixed gaze and frontal posture) are analysed for their symbolic, metaphysical, and doctrinal meanings. So-called icon theology and mystical vision are also considered in light of the anthropology of the ancient world, in particular through the work of Jean-Pierre Vernant, and in this perspective are reconnected to their pre-classical and classical Greek antecedents.
2009
Ronchey, S. (2009). La morte-in-vita negli occhi. In margine a Décrire et peindre. RIVISTA DI STORIA E LETTERATURA RELIGIOSA, 45, 171-183.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/7779
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