In un articolo del 1907, come vedremo, Benedetto Croce interviene nel dibattito riguardante il ruolo delle illustrazioni: la sua è una posizione che sottolinea la diversità e la peculiarità di ciascun mezzo artistico, sia esso la pittura oppure la poesia, la letteratura. L’illustrazione è dunque ammessa solo quando nasca in completo accordo spirituale con il testo scritto, mantenendo però una sua indipendenza e autonomia. Nel caso di Pinocchio, solo Mazzanti ebbe la possibilità di confrontarsi direttamente con Collodi, che morì come noto nel 1890. Tuttavia Pinocchio interessa perché ha rappresentato e rappresenta ancora un banco di prova imprescindibile per artisti e illustratori, una tappa inevitabile con cui ogni illustratore deve misurarsi prima o poi nel corso della carriera: di conseguenza, è stato di volta in volta trasportato a Torino (come vedremo con Mussino), ricontestualizzato in una Toscana strapaesana (Bernardini) o stravolto in interpretazioni cinematografiche (Disney), per arrivare a essere letto e interpretato sotto una luce nuova nei nostri giorni (da Staino a Mattotti e Innocenti, per arrivare fino a Paladino). Il presente intervento, partendo dall’edizione del 1883, offrirà dunque un viaggio nelle interpretazioni grafiche di Pinocchio, attingendo principalmente alla ricchezza della banca dati delle illustrazioni del progetto Capti e agli articoli di «Il Risorgimento grafico» (anch’esso consultabile online). L’obiettivo non è quello di affrontare tutte le edizioni illustrate, ma di soffermarsi su snodi critici e interpretativi particolarmente significativi, da un lato facendo dialogare le discussioni teoriche coeve sullo statuto dell’immagine con le illustrazioni effettivamente eseguite, e dall’altro individuando legami, rapporti e derivazioni da un’edizione all’altra, non limitandosi al primo Novecento, bensì arrivando alle più recenti esperienze artistico-editoriali e prendendo in esame anche libri illustrati da artisti di primo piano (il già citato Paladino). In an article published in 1907 Benedetto Croce expressed his opinion on the role of illustrations: it is a position that emphasizes the diversity and specificity of each artistic medium, be it painting or poetry, literature. The illustration is therefore permitted only when it is spiritually accorded with the written text, maintaining its independence and autonomy. Pinocchio is surely a particular case study, considering that only Mazzanti, the first illustrator, had the chance to meet and probably discuss his ideas directly with Collodi, who died in 1890. Nonetheless, during the 20th century Pinocchio has been illustrated several times, becoming one of the reference books in the history of illustration in Italy and in Europe: it has been located in Turin (as we will see with Mussino), re-contextualized in Tuscany (Bernardini) or misinterpreted by cartoons (Disney), read and interpreted in a new light in our days (by Staino, Mattotti, Innocenti, to get up to Paladino). This paper, starting from the first book edition of 1883, will offer an overview of the graphic interpretations of Pinocchio, taking advantage from the richness of the illustrations’ database of Capti project and from the articles of «Il Risorgimento grafico» (which is also available online). The aim however is not to speak about all the illustrated editions, but to emphasize the most significant critical topics, addressing them by an innovative point of view. On the one hand we will confront contemporary theoretical discussions concerning the status of the image with the really executed illustrations, and on the other we will identify figurative relationships and derivations from one edition to another, arriving to the most recent artisticeditorial experiences and considering also books illustrated by leading artists (as the aforementioned Mimmo Paladino).

Pinocchio: arte, illustrazione e critica lungo il XX e XXI secolo

BACCI, GIORGIO
2014

Abstract

In un articolo del 1907, come vedremo, Benedetto Croce interviene nel dibattito riguardante il ruolo delle illustrazioni: la sua è una posizione che sottolinea la diversità e la peculiarità di ciascun mezzo artistico, sia esso la pittura oppure la poesia, la letteratura. L’illustrazione è dunque ammessa solo quando nasca in completo accordo spirituale con il testo scritto, mantenendo però una sua indipendenza e autonomia. Nel caso di Pinocchio, solo Mazzanti ebbe la possibilità di confrontarsi direttamente con Collodi, che morì come noto nel 1890. Tuttavia Pinocchio interessa perché ha rappresentato e rappresenta ancora un banco di prova imprescindibile per artisti e illustratori, una tappa inevitabile con cui ogni illustratore deve misurarsi prima o poi nel corso della carriera: di conseguenza, è stato di volta in volta trasportato a Torino (come vedremo con Mussino), ricontestualizzato in una Toscana strapaesana (Bernardini) o stravolto in interpretazioni cinematografiche (Disney), per arrivare a essere letto e interpretato sotto una luce nuova nei nostri giorni (da Staino a Mattotti e Innocenti, per arrivare fino a Paladino). Il presente intervento, partendo dall’edizione del 1883, offrirà dunque un viaggio nelle interpretazioni grafiche di Pinocchio, attingendo principalmente alla ricchezza della banca dati delle illustrazioni del progetto Capti e agli articoli di «Il Risorgimento grafico» (anch’esso consultabile online). L’obiettivo non è quello di affrontare tutte le edizioni illustrate, ma di soffermarsi su snodi critici e interpretativi particolarmente significativi, da un lato facendo dialogare le discussioni teoriche coeve sullo statuto dell’immagine con le illustrazioni effettivamente eseguite, e dall’altro individuando legami, rapporti e derivazioni da un’edizione all’altra, non limitandosi al primo Novecento, bensì arrivando alle più recenti esperienze artistico-editoriali e prendendo in esame anche libri illustrati da artisti di primo piano (il già citato Paladino). In an article published in 1907 Benedetto Croce expressed his opinion on the role of illustrations: it is a position that emphasizes the diversity and specificity of each artistic medium, be it painting or poetry, literature. The illustration is therefore permitted only when it is spiritually accorded with the written text, maintaining its independence and autonomy. Pinocchio is surely a particular case study, considering that only Mazzanti, the first illustrator, had the chance to meet and probably discuss his ideas directly with Collodi, who died in 1890. Nonetheless, during the 20th century Pinocchio has been illustrated several times, becoming one of the reference books in the history of illustration in Italy and in Europe: it has been located in Turin (as we will see with Mussino), re-contextualized in Tuscany (Bernardini) or misinterpreted by cartoons (Disney), read and interpreted in a new light in our days (by Staino, Mattotti, Innocenti, to get up to Paladino). This paper, starting from the first book edition of 1883, will offer an overview of the graphic interpretations of Pinocchio, taking advantage from the richness of the illustrations’ database of Capti project and from the articles of «Il Risorgimento grafico» (which is also available online). The aim however is not to speak about all the illustrated editions, but to emphasize the most significant critical topics, addressing them by an innovative point of view. On the one hand we will confront contemporary theoretical discussions concerning the status of the image with the really executed illustrations, and on the other we will identify figurative relationships and derivations from one edition to another, arriving to the most recent artisticeditorial experiences and considering also books illustrated by leading artists (as the aforementioned Mimmo Paladino).
2014
Settore L-ART/03 - Storia dell'Arte Contemporanea
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