Matteo Palmieri (1406-75) è uno degli intellettuali e politici principali della stagione dell'Umanesimo fiorentino. Introdotto nei circoli culturali e nelle trame della politica riuscì a coniugare l'amore per gli studi con l'impegno attivo nella Repubblica. Nel dialogo la "Vita civile", l'opera più nota dell'umanista e uno dei testi principali della letteratura quattrocentesca in volgare, il valore della vita spesa per la patria dà voce eloquente a quel senso civico che animava i Fiorentini del Quattrocento, ma che era possibile ritrovare genuino e vigoroso anche nel secolo precedente, è il caso di Niccolò Acciaioli (1310-65). La biografia, oltre a recuperare in ambito quattrocentesco il genere biografico, fortunatissimo poi per tutto il Cinquecento, acquista un significato politico di strategia culturale pari a quello della "Vita civile". Il messaggio che il Palmieri vuole dare ai concittadini appare chiaro se giustamente contestualizzato: gli ideali di unità e di concordia del `Reggimento' e dell'apparato politico, in crisi dopo gli eventi del 1433-34, cioè dopo la cacciata e il ritorno di Cosimo de' Medici a Firenze, devono e possono essere recuperati a ristabiliti guardando non solo agli antichi ma anche all'esempio di recenti illustri concittadini. Tra loro si distingue il gran siniscalco del Regno di Sicilia, fido consigliere della dinastia angioina. Lasciata Firenze appena ventenne, guadagnò la fiducia di Caterina di Valois, vedova di Filippo di Taranto e dei suoi tre figli. Divenuto fido consigliere di Luigi di Taranto lo guidò nelle scelte personali (fra le quali il matrimonio con Giovanna I) e politiche. Amante delle lettere e cultore dell'arte fece erigere numerosi edifici sacri fra i quali spicca su tutti la Certosa del Galluzzo di Firenze, dove e' sepolto in un bel sepolcro marmoreo attribuito all'Orcagna. Niccolò Acciaioli assume il valore esemplare dell'uomo politico incurante del bene personale e al servizio, senza riserve, del sovrano e, quindi, dello Stato.

La vita di Niccolò Acciaioli di Matteo Palmieri - Introduzione, traduzione e commento a cura di Alessandra Mita Ferraro. Collana “Testi storici, filosofici e letterari” a cura dell’Istituto Italiano di Studi Storici

MITA, ALESSANDRA
2001-01-01

Abstract

Matteo Palmieri (1406-75) è uno degli intellettuali e politici principali della stagione dell'Umanesimo fiorentino. Introdotto nei circoli culturali e nelle trame della politica riuscì a coniugare l'amore per gli studi con l'impegno attivo nella Repubblica. Nel dialogo la "Vita civile", l'opera più nota dell'umanista e uno dei testi principali della letteratura quattrocentesca in volgare, il valore della vita spesa per la patria dà voce eloquente a quel senso civico che animava i Fiorentini del Quattrocento, ma che era possibile ritrovare genuino e vigoroso anche nel secolo precedente, è il caso di Niccolò Acciaioli (1310-65). La biografia, oltre a recuperare in ambito quattrocentesco il genere biografico, fortunatissimo poi per tutto il Cinquecento, acquista un significato politico di strategia culturale pari a quello della "Vita civile". Il messaggio che il Palmieri vuole dare ai concittadini appare chiaro se giustamente contestualizzato: gli ideali di unità e di concordia del `Reggimento' e dell'apparato politico, in crisi dopo gli eventi del 1433-34, cioè dopo la cacciata e il ritorno di Cosimo de' Medici a Firenze, devono e possono essere recuperati a ristabiliti guardando non solo agli antichi ma anche all'esempio di recenti illustri concittadini. Tra loro si distingue il gran siniscalco del Regno di Sicilia, fido consigliere della dinastia angioina. Lasciata Firenze appena ventenne, guadagnò la fiducia di Caterina di Valois, vedova di Filippo di Taranto e dei suoi tre figli. Divenuto fido consigliere di Luigi di Taranto lo guidò nelle scelte personali (fra le quali il matrimonio con Giovanna I) e politiche. Amante delle lettere e cultore dell'arte fece erigere numerosi edifici sacri fra i quali spicca su tutti la Certosa del Galluzzo di Firenze, dove e' sepolto in un bel sepolcro marmoreo attribuito all'Orcagna. Niccolò Acciaioli assume il valore esemplare dell'uomo politico incurante del bene personale e al servizio, senza riserve, del sovrano e, quindi, dello Stato.
2001
8815080864
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