La ricerca si colloca all'interno della più ampia problematica teorica dell'universalità letteraria, sia in relazione all'idea consolidata della cosiddetta “letteratura universale” (Weltliteratur) e del suo canone inclusivo/esclusivo, sia in relazione alle dinamiche della trascendenza o universalizzazione letteraria. Conseguenza spesso di una decontestualizzazione storico-culturale e dell'assolutizzazione estetica e ideologica dei valori umani che un'opera incarna, l'universalizzazione letteraria fa sì che un'opera, piccola o grande, acquisita e disseminata da culture altre attraverso i processi più vari di trasformazione e integrazione, diventi un vero e proprio patrimonio dell'umanità: un monumento in cui l'umanità stessa tende virtualmente a riconoscersi, incondizionatamente e al completo, con cui ama tornare di frequente a rappresentarsi, e che ambisce a perpetuare e lasciare in eredità alle generazioni future. Nel contesto della fitta trama intertestuale di transcodificazioni, riscritture e messe in scena intessuta dal Nuovo Mondo con la tradizione europea occidentale, l'unità di ricerca prende spunto dalle continue proposte editoriali e rivisitazioni letterarie di uno dei racconti forse più famosi ed emblematici dell'Ottocento americano nel panorama novecentesco italiano - il Bartleby (1853) di Herman Melville (1819-1891). Nello specifico, il progetto si propone di tracciare - in chiave comparata e trans-nazionale, lungo l'asse transatlantico del rapporto tra le letterature americane di lingua inglese e spagnola e la letteratura del nostro paese - la presenza paradigmatica del testo melvilliano e del suo esangue scrivano nel secondo Novecento. Seguendo alcuni adattamenti letterari, filosofici e sociali operati dalla cultura italiana in oggetto (da Giorgio Bassani a Italo Calvino, da Aldo Rosselli a Giorgio Agamben, da Gianni Celati fino alla scuola “minimalista”) la ricerca si concentrerà sull'adozione e trasformazione del personaggio melvilliano quale icona mondiale, senza tempo e senza frontiere, di valori assoluti in genere negativi e antagonistici, per riaprire una riflessione teorica sul più ampio problema della canonizzazione atemporale e dell'universalità letteraria.

Transcodificazioni, messe in scena, riscritture: le letterature moderne nella cultura italiana del secondo Novecento. Vecchi e nuovi canoni.

NORI, Giuseppe;SALVIONI, AMANDA
2011-01-01

Abstract

La ricerca si colloca all'interno della più ampia problematica teorica dell'universalità letteraria, sia in relazione all'idea consolidata della cosiddetta “letteratura universale” (Weltliteratur) e del suo canone inclusivo/esclusivo, sia in relazione alle dinamiche della trascendenza o universalizzazione letteraria. Conseguenza spesso di una decontestualizzazione storico-culturale e dell'assolutizzazione estetica e ideologica dei valori umani che un'opera incarna, l'universalizzazione letteraria fa sì che un'opera, piccola o grande, acquisita e disseminata da culture altre attraverso i processi più vari di trasformazione e integrazione, diventi un vero e proprio patrimonio dell'umanità: un monumento in cui l'umanità stessa tende virtualmente a riconoscersi, incondizionatamente e al completo, con cui ama tornare di frequente a rappresentarsi, e che ambisce a perpetuare e lasciare in eredità alle generazioni future. Nel contesto della fitta trama intertestuale di transcodificazioni, riscritture e messe in scena intessuta dal Nuovo Mondo con la tradizione europea occidentale, l'unità di ricerca prende spunto dalle continue proposte editoriali e rivisitazioni letterarie di uno dei racconti forse più famosi ed emblematici dell'Ottocento americano nel panorama novecentesco italiano - il Bartleby (1853) di Herman Melville (1819-1891). Nello specifico, il progetto si propone di tracciare - in chiave comparata e trans-nazionale, lungo l'asse transatlantico del rapporto tra le letterature americane di lingua inglese e spagnola e la letteratura del nostro paese - la presenza paradigmatica del testo melvilliano e del suo esangue scrivano nel secondo Novecento. Seguendo alcuni adattamenti letterari, filosofici e sociali operati dalla cultura italiana in oggetto (da Giorgio Bassani a Italo Calvino, da Aldo Rosselli a Giorgio Agamben, da Gianni Celati fino alla scuola “minimalista”) la ricerca si concentrerà sull'adozione e trasformazione del personaggio melvilliano quale icona mondiale, senza tempo e senza frontiere, di valori assoluti in genere negativi e antagonistici, per riaprire una riflessione teorica sul più ampio problema della canonizzazione atemporale e dell'universalità letteraria.
2011
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/126426
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact