Gli investimenti diretti esteri (Ide) rappresentano un tassello fondamentale per la crescita e l’espansione internazionale delle economie emergenti, Brasile, Russia, India e Cina (cosiddetti “Bric”) in particolare (Sauvant, 2005, 2008). Aspetti macro e micro economici stanno concorrendo a stimolarne in modo eccezionale le attività transnazionali. Da un lato, gli Ide possono costituire, in una visione-Paese, una leva essenziale per l’aggiustamento di percorsi di crescita fortemente accelerati e spesso squilibrati, soprattutto a fronte dell’eccesso di flussi esportativi e delle pressioni sui tassi di cambio (Oecd, 2008, p. 80). Al contempo, attraverso la realizzazione di investimenti nelle aree industrializzate si ricerca una rapida affermazione politica ed economica su scala globale. Dall’altro lato, fattori specifici del settore o della singola impresa spiegano l’espansione rilevante delle risorse investite all’estero: accesso a fonti energetiche e materie prime; acquisizione di tecnologia, marchi, competenze, conoscenze, canali distributivi; apertura a nuovi mercati di sbocco (Sauvant, 2005, 2008; Ramamurti e Singh, 2009; Goldstein, 2009). La Russia è sicuramente una delle nazioni protagoniste in questo scenario. I problemi politici ed economici successivi alla disgregazione dell’Impero avevano messo in secondo piano il Paese rispetto alle altre economie emergenti. Un netto cambiamento di rotta, spinto prevalentemente dal rialzo dei prezzi dei principali beni esportati, ha invece proiettato la Russia nello scenario economico globale a partire dagli anni Novanta (Braguisky e Myerson, 2007; Oecd, 2009). Un segno forte della sua potenza sono divenuti gli investimenti diretti all’estero (Panibratov e Kalotay, 2009, p. 1) che per portata ed intensità, si contraddistinguono rispetto a quelli degli altri Paesi Bric. In questo contributo si propone un’analisi delle principali caratteristiche del fenomeno, con un’attenzione specifica anche al contesto italiano. Si intendono indagare intensità degli Ide russi, protagonisti principali e motivazioni sottostanti. Il lavoro si inserisce in un più ampio percorso di ricerca, teso a comparare l’attività di investimento dei Paesi Bric in occidente ed a coglierne i tratti distintivi, in modo sia da elaborare una possibile chiave di lettura del fenomeno stesso nell’ambito delle teorie sugli investimenti internazionali (Buckley, 2002), sia da comprenderne i risvolti di tipo economico e di politica industriale (Spigarelli, 2009). Una particolare attenzione è rivolta, come accennato, al sistema produttivo italiano : l’internazionalizzazione passiva, generata dalle economie emergenti, alimenta, infatti, interessanti spunti di ricerca ed interrogativi anche in relazione al possibile impatto sui suoi sentieri di sviluppo, sulla trasformazione in atto delle aree distrettuali, oltre che sui processi di riconfigurazione della conoscenza e di allocazione del valore in ambito locale.

L'espansione internazionale delle imprese russe: il caso italiano

SPIGARELLI, Francesca
2013-01-01

Abstract

Gli investimenti diretti esteri (Ide) rappresentano un tassello fondamentale per la crescita e l’espansione internazionale delle economie emergenti, Brasile, Russia, India e Cina (cosiddetti “Bric”) in particolare (Sauvant, 2005, 2008). Aspetti macro e micro economici stanno concorrendo a stimolarne in modo eccezionale le attività transnazionali. Da un lato, gli Ide possono costituire, in una visione-Paese, una leva essenziale per l’aggiustamento di percorsi di crescita fortemente accelerati e spesso squilibrati, soprattutto a fronte dell’eccesso di flussi esportativi e delle pressioni sui tassi di cambio (Oecd, 2008, p. 80). Al contempo, attraverso la realizzazione di investimenti nelle aree industrializzate si ricerca una rapida affermazione politica ed economica su scala globale. Dall’altro lato, fattori specifici del settore o della singola impresa spiegano l’espansione rilevante delle risorse investite all’estero: accesso a fonti energetiche e materie prime; acquisizione di tecnologia, marchi, competenze, conoscenze, canali distributivi; apertura a nuovi mercati di sbocco (Sauvant, 2005, 2008; Ramamurti e Singh, 2009; Goldstein, 2009). La Russia è sicuramente una delle nazioni protagoniste in questo scenario. I problemi politici ed economici successivi alla disgregazione dell’Impero avevano messo in secondo piano il Paese rispetto alle altre economie emergenti. Un netto cambiamento di rotta, spinto prevalentemente dal rialzo dei prezzi dei principali beni esportati, ha invece proiettato la Russia nello scenario economico globale a partire dagli anni Novanta (Braguisky e Myerson, 2007; Oecd, 2009). Un segno forte della sua potenza sono divenuti gli investimenti diretti all’estero (Panibratov e Kalotay, 2009, p. 1) che per portata ed intensità, si contraddistinguono rispetto a quelli degli altri Paesi Bric. In questo contributo si propone un’analisi delle principali caratteristiche del fenomeno, con un’attenzione specifica anche al contesto italiano. Si intendono indagare intensità degli Ide russi, protagonisti principali e motivazioni sottostanti. Il lavoro si inserisce in un più ampio percorso di ricerca, teso a comparare l’attività di investimento dei Paesi Bric in occidente ed a coglierne i tratti distintivi, in modo sia da elaborare una possibile chiave di lettura del fenomeno stesso nell’ambito delle teorie sugli investimenti internazionali (Buckley, 2002), sia da comprenderne i risvolti di tipo economico e di politica industriale (Spigarelli, 2009). Una particolare attenzione è rivolta, come accennato, al sistema produttivo italiano : l’internazionalizzazione passiva, generata dalle economie emergenti, alimenta, infatti, interessanti spunti di ricerca ed interrogativi anche in relazione al possibile impatto sui suoi sentieri di sviluppo, sulla trasformazione in atto delle aree distrettuali, oltre che sui processi di riconfigurazione della conoscenza e di allocazione del valore in ambito locale.
2013
9788849837414
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