Il presente studio punta a delineare il profilo euristico d’una categoria storiografica estremamente complessa, come quella delle scritture scolastiche, abitualmente suddivise dagli storici italiani che le hanno prese in esame nel corso dell’ultimo decennio tra “scritture spontanee” e “scritture disciplinate”. Lo studio pone in evidenza inizialmente l’evoluzione della scrittura scolastica da “scrittura pratica” a “espressiva” nell’ambito del processo di alfabetizzazione di massa in corso in Italia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e dimostra come – in tale contesto – emergano le non secondarie qualità euristiche delle scritture disciplinate, la cui retorica, ripetitività e stereotipia devono essere interpretate non come elementi di per se stessi negativi, ma come veri e propri indicatori della diffusione di determinate pratiche didattiche. In tal senso, si dimostra come – diversamente da quanto avvenuto nel recente passato – le scritture scolastiche possano essere utilizzate non solo in quanto testimonianze scritte involontarie dei mutamenti sociali e politici, filtrati attraverso gli occhi dei loro piccoli autori (fonti narrative), ma anche in quanto indizi indiretti delle pratiche didattiche e delle tecniche di insegnamento della scrittura adottate a scuola e degli obiettivi che esse si proponevano concretamente di raggiungere (fonti didattiche).

Scritture scolastiche: contributo alla definizione d’una categoria storiografica

MEDA, JURI
2015-01-01

Abstract

Il presente studio punta a delineare il profilo euristico d’una categoria storiografica estremamente complessa, come quella delle scritture scolastiche, abitualmente suddivise dagli storici italiani che le hanno prese in esame nel corso dell’ultimo decennio tra “scritture spontanee” e “scritture disciplinate”. Lo studio pone in evidenza inizialmente l’evoluzione della scrittura scolastica da “scrittura pratica” a “espressiva” nell’ambito del processo di alfabetizzazione di massa in corso in Italia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e dimostra come – in tale contesto – emergano le non secondarie qualità euristiche delle scritture disciplinate, la cui retorica, ripetitività e stereotipia devono essere interpretate non come elementi di per se stessi negativi, ma come veri e propri indicatori della diffusione di determinate pratiche didattiche. In tal senso, si dimostra come – diversamente da quanto avvenuto nel recente passato – le scritture scolastiche possano essere utilizzate non solo in quanto testimonianze scritte involontarie dei mutamenti sociali e politici, filtrati attraverso gli occhi dei loro piccoli autori (fonti narrative), ma anche in quanto indizi indiretti delle pratiche didattiche e delle tecniche di insegnamento della scrittura adottate a scuola e degli obiettivi che esse si proponevano concretamente di raggiungere (fonti didattiche).
2015
978-88-548-8995-8
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