La tesi cerca di individuare e approfondire alcuni alcuni nodi filosoficamente problematici che hanno preso forma parallelamente al costituirsi della psichiatria come scienza medica. A tal fine si è scelto di prendere in esame le teorie che la psichiatria, fin dalla sua nascita, nella prima metà del XIX secolo, ha espresso riguardo a un fenomeno particolare, le allucinazioni, e a un aspetto specifico di queste, la natura estesica o psichica del loro manifestarsi. La questione delle allucinazioni è centrale per la psichiatria dell’Ottocento e, in parte, per quella del Novecento. Tutto un arco di autori che va dai “fondatori” (Esquirol) agli “epigoni” (Ey) di una psichiatria che potremmo definire classica – una psichiatria che cerca di analizzare la follia come malattia mentale – fa delle allucinazioni un elemento di forte valenza diagnostica. Ciò è possibile perché questi fenomeni, se da un lato non potevano essere oggetto di una definizione univoca, dall’altro sembravano poter confermare, o al contrario confutare, le convinzioni filosofiche del tempo circa il rapporto tra l’uomo e il suo mondo, cioè circa le possibilità di conoscenza che questo rapporto rende possibli. Il tentativo, protratto per oltre un secolo, di definire, alternativamente, le allucinazioni come fenomeni estesici o come fenomeni psichici ha portato in evidenza i presupposti filosofici che stavano alla base delle teorie della conoscenza, delle concezioni del corpo, della mente, del linguaggio, della spiritualità umana, sulle quali quelle definizioni si basavano. La tesi è così suddivisa in cinque sezioni che prendono in esame, nell’ordine: la distinzione tra illusioni e allucinazioni come momento fondativo della semeiotica psichiatrica; le teorie che interpretavano le allucinazioni come fatti estesici; le teorie che interpretavano le allucinazioni come fatti psichici; le teorie miste; le teorie basate sul modello dell’afasia, che supera la dicotomia estesico/psichico.

The work aims to identify and investigate some problematic philosophical questions, which arose in parallel with the constitution of psychiatry as a medical science. Therefore the thesis takes into consideration the theories that psychiatry expressed about a particular issue, the hallucinations and specifically its perceptual or psychic nature. This topic is a central one for psychiatry of the nineteenth and partly of the twentieth century. Several authors (Esquirol, Ev) of the so-called classical psychiatry (a science which tries to analyse madness as a mental illness) considered in fact hallucinations as diagnostically relevant elements. That had been possible since these phenomena were intrinsically ambiguous. If on the one hand in fact they could not be identified univocally, on the other they seemed to confirm or, on the contrary, confute the philosophical theories about the relation between man and its world (as to say the possibility of knowledge which this relation makes possible). The attempt to define hallucinations alternatively as perceptual alterations or psychic phenomena, highlighted the philosophical assumptions at the base of the theories on which these same definitions were founded. (theory of knowledge, of the conception of the body, of the mind, of the language) The work is divided in five sections, which consider: the distinction between illusions and hallucinations as defining moment of the psychiatric semiotics; the theories which interpret hallucinations as perceptual alterations; the theories which defined hallucinations as psychic issues; the mixed theories; the theories based on the model of aphasia, that overcomes the dichotomy between perceptual/psychic.

Utopie ed eterotopie del corpo: le allucinazioni agli albori della psichiatria

GHIDONI, Monica
2011-01-01

Abstract

The work aims to identify and investigate some problematic philosophical questions, which arose in parallel with the constitution of psychiatry as a medical science. Therefore the thesis takes into consideration the theories that psychiatry expressed about a particular issue, the hallucinations and specifically its perceptual or psychic nature. This topic is a central one for psychiatry of the nineteenth and partly of the twentieth century. Several authors (Esquirol, Ev) of the so-called classical psychiatry (a science which tries to analyse madness as a mental illness) considered in fact hallucinations as diagnostically relevant elements. That had been possible since these phenomena were intrinsically ambiguous. If on the one hand in fact they could not be identified univocally, on the other they seemed to confirm or, on the contrary, confute the philosophical theories about the relation between man and its world (as to say the possibility of knowledge which this relation makes possible). The attempt to define hallucinations alternatively as perceptual alterations or psychic phenomena, highlighted the philosophical assumptions at the base of the theories on which these same definitions were founded. (theory of knowledge, of the conception of the body, of the mind, of the language) The work is divided in five sections, which consider: the distinction between illusions and hallucinations as defining moment of the psychiatric semiotics; the theories which interpret hallucinations as perceptual alterations; the theories which defined hallucinations as psychic issues; the mixed theories; the theories based on the model of aphasia, that overcomes the dichotomy between perceptual/psychic.
2011
Allucinazioni; Illusioni; Percezione; Sensazione; Immagine; Linguaggio; Psichiatria; Malattia mentale
La tesi cerca di individuare e approfondire alcuni alcuni nodi filosoficamente problematici che hanno preso forma parallelamente al costituirsi della psichiatria come scienza medica. A tal fine si è scelto di prendere in esame le teorie che la psichiatria, fin dalla sua nascita, nella prima metà del XIX secolo, ha espresso riguardo a un fenomeno particolare, le allucinazioni, e a un aspetto specifico di queste, la natura estesica o psichica del loro manifestarsi. La questione delle allucinazioni è centrale per la psichiatria dell’Ottocento e, in parte, per quella del Novecento. Tutto un arco di autori che va dai “fondatori” (Esquirol) agli “epigoni” (Ey) di una psichiatria che potremmo definire classica – una psichiatria che cerca di analizzare la follia come malattia mentale – fa delle allucinazioni un elemento di forte valenza diagnostica. Ciò è possibile perché questi fenomeni, se da un lato non potevano essere oggetto di una definizione univoca, dall’altro sembravano poter confermare, o al contrario confutare, le convinzioni filosofiche del tempo circa il rapporto tra l’uomo e il suo mondo, cioè circa le possibilità di conoscenza che questo rapporto rende possibli. Il tentativo, protratto per oltre un secolo, di definire, alternativamente, le allucinazioni come fenomeni estesici o come fenomeni psichici ha portato in evidenza i presupposti filosofici che stavano alla base delle teorie della conoscenza, delle concezioni del corpo, della mente, del linguaggio, della spiritualità umana, sulle quali quelle definizioni si basavano. La tesi è così suddivisa in cinque sezioni che prendono in esame, nell’ordine: la distinzione tra illusioni e allucinazioni come momento fondativo della semeiotica psichiatrica; le teorie che interpretavano le allucinazioni come fatti estesici; le teorie che interpretavano le allucinazioni come fatti psichici; le teorie miste; le teorie basate sul modello dell’afasia, che supera la dicotomia estesico/psichico.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
GhidoniMonica_TesiDottorato.pdf

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 1.71 MB
Formato Adobe PDF
1.71 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/351855
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact