The «undeserved» censure of Martyre de Saint Sébastien by the Archbishop of Paris on the eve of the debut (May 22, 1911) and the coeval placed on the Index of all d’Annunzio’s work, certainly cause the increasing of religiousness of Contemplazione della morte. The work steeped in mysticism and Franciscan modules which are enriched with new ideas just during the French exile. In addition to numerous Franciscan sources already mentioned, we wish here to dwell attention to one in particular, so far ignored, deeply in line with d’Annunzio’s Franciscan heroism and his proposal to reconcile the purity of high spiritual ideals of the «nocturnal» memorialist with the openly militant and nationalist soul of the "civil poet" of Canzoni. It is an interesting report, entitled S. Françoise d'Assise et épopée française, held by Paul Alphandery at the Musée Guimet in its first few months of 1912. In the essay is given the unpublished translation of the full text of the conference.

L’«immeritata» condanna del Martyre de San Sébastien da parte dell’arcivescovo di Parigi alla vigilia del debutto (22 maggio 1911) e la coeva messa all’Indice di tutta l’opera dannunziana provocano, senza dubbio, il rincaro di religiosità della Contemplazione della morte. L’opera intrisa di misticismo e di moduli francescani che proprio durante il lustro francese si arricchiscono di nuovi spunti. Oltre alle numerose fonti francescane già segnalate, ci preme in questa sede soffermare l’attenzione su una in particolare, finora ignorata, profondamente in linea con il francescanesimo eroico dannunziano e con l’idea dell’esule di conciliare la purezza di ideali altamente spirituali del memorialista «notturno» con l’anima militante e dichiaratamente nazionalista del «poeta civile» delle Canzoni. Si tratta di un’interessante relazione, dal titolo S. Françoise d’Assise et l’épopée française, tenuta dallo studioso Paul Alphandéry al Musée Guimet proprio nei primi mesi del 1912. Nel saggio viene riportata l’inedita traduzione integrale del testo della conferenza.

Dal Martyre de San Sébastien alla Contemplazione della morte: Paul Alphandéry, una fonte francescana

PISANI, Carla
Writing – Original Draft Preparation
2012-01-01

Abstract

The «undeserved» censure of Martyre de Saint Sébastien by the Archbishop of Paris on the eve of the debut (May 22, 1911) and the coeval placed on the Index of all d’Annunzio’s work, certainly cause the increasing of religiousness of Contemplazione della morte. The work steeped in mysticism and Franciscan modules which are enriched with new ideas just during the French exile. In addition to numerous Franciscan sources already mentioned, we wish here to dwell attention to one in particular, so far ignored, deeply in line with d’Annunzio’s Franciscan heroism and his proposal to reconcile the purity of high spiritual ideals of the «nocturnal» memorialist with the openly militant and nationalist soul of the "civil poet" of Canzoni. It is an interesting report, entitled S. Françoise d'Assise et épopée française, held by Paul Alphandery at the Musée Guimet in its first few months of 1912. In the essay is given the unpublished translation of the full text of the conference.
2012
L’«immeritata» condanna del Martyre de San Sébastien da parte dell’arcivescovo di Parigi alla vigilia del debutto (22 maggio 1911) e la coeva messa all’Indice di tutta l’opera dannunziana provocano, senza dubbio, il rincaro di religiosità della Contemplazione della morte. L’opera intrisa di misticismo e di moduli francescani che proprio durante il lustro francese si arricchiscono di nuovi spunti. Oltre alle numerose fonti francescane già segnalate, ci preme in questa sede soffermare l’attenzione su una in particolare, finora ignorata, profondamente in linea con il francescanesimo eroico dannunziano e con l’idea dell’esule di conciliare la purezza di ideali altamente spirituali del memorialista «notturno» con l’anima militante e dichiaratamente nazionalista del «poeta civile» delle Canzoni. Si tratta di un’interessante relazione, dal titolo S. Françoise d’Assise et l’épopée française, tenuta dallo studioso Paul Alphandéry al Musée Guimet proprio nei primi mesi del 1912. Nel saggio viene riportata l’inedita traduzione integrale del testo della conferenza.
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