L’insegnamento della Geometria Descrittiva nella facoltà di Architettura di Genova, da parte degli architetti, è relativamente recente (1985); è doveroso ricordare, però, che nei primi anni di fondazione della facoltà la disciplina veniva insegnata in maniera rigorosa ed approfondita dai matematici. Questa disciplina, allora, aveva tre corsi dedicati: uno al primo anno (Geometria descrittiva) e due al secondo anno (Geometria proiettiva ed Applicazioni di geometria descrittiva). Le lezioni dei primi due corsi venivano tenute dal professore Aldo Rollero, quelle del terzo corso, invece, dal professore Giovanni Francia, ingegnere. Sullo scorcio del XIX secolo e nei primi decenni di quello seguente, assume un valore straordinario nel panorama scientifico torinese la matematica, che viene ad assumere un ruolo guida nella ricerca italiana, ma non solo. A Torino fioriscono simultaneamente tre scuole scientifiche intorno a tre importanti figure di matematici: Giuseppe Peano, Enrico D’Ovidio e Vito Volterra. D’Ovidio, approdato nel capoluogo piemontese nel 1872, prepara il terreno per la formazione della scuola italiana di geometria algebrica; il suo allievo Corrado Segre assume ben presto il ruolo di caposcuola e realizza, nella Torino di fine secolo, uno dei centri di riferimento privilegiati per gli studiosi di geometria sia italiani sia europei. Tra i suoi allievi più illustri è da annoverare Eugenio Giuseppe Togliatti che insegna all’Università di Genova ed alla cui scuola si forma il professor Aldo Rollero. Quando questi andrà in pensione, sullo scorcio degli anni Settanta, la geometria descrittiva, intesa come disciplina che studia i metodi di rappresentazione dello spazio, non viene più insegnata. Con il passare del tempo, però, si avverte una profonda lacuna nella preparazione dei futuri architetti. Per cui nell’anno accademico 1984-85, viene istituito il corso di Applicazioni di geometria descrittiva, con l’intento di fornire a tutti le nozioni base dei metodi di rappresentazione ed il corso viene gestito da architetti: docenti diversi con mentalità differente. Ora lo scopo della geometria descrittiva non è solo quello di rappresentare oggetti tridimensionali su una superficie bidimensionale, ma, soprattutto, quello di descrivere ed analizzare le forme geometriche e le relazioni reciproche degli oggetti disposti nello spazio. Più che uno strumento per rappresentare, quindi, questa disciplina è prevalentemente un mezzo formativo per sviluppare quella capacità di "vedere lo spazio" che consente di controllare le immagini mentali.

Quando la geometria descrittiva si può trasformare in un cavallo alato - When descriptive geometry can turn into a winged horse

BOFFITO, MAURA
2010-01-01

Abstract

L’insegnamento della Geometria Descrittiva nella facoltà di Architettura di Genova, da parte degli architetti, è relativamente recente (1985); è doveroso ricordare, però, che nei primi anni di fondazione della facoltà la disciplina veniva insegnata in maniera rigorosa ed approfondita dai matematici. Questa disciplina, allora, aveva tre corsi dedicati: uno al primo anno (Geometria descrittiva) e due al secondo anno (Geometria proiettiva ed Applicazioni di geometria descrittiva). Le lezioni dei primi due corsi venivano tenute dal professore Aldo Rollero, quelle del terzo corso, invece, dal professore Giovanni Francia, ingegnere. Sullo scorcio del XIX secolo e nei primi decenni di quello seguente, assume un valore straordinario nel panorama scientifico torinese la matematica, che viene ad assumere un ruolo guida nella ricerca italiana, ma non solo. A Torino fioriscono simultaneamente tre scuole scientifiche intorno a tre importanti figure di matematici: Giuseppe Peano, Enrico D’Ovidio e Vito Volterra. D’Ovidio, approdato nel capoluogo piemontese nel 1872, prepara il terreno per la formazione della scuola italiana di geometria algebrica; il suo allievo Corrado Segre assume ben presto il ruolo di caposcuola e realizza, nella Torino di fine secolo, uno dei centri di riferimento privilegiati per gli studiosi di geometria sia italiani sia europei. Tra i suoi allievi più illustri è da annoverare Eugenio Giuseppe Togliatti che insegna all’Università di Genova ed alla cui scuola si forma il professor Aldo Rollero. Quando questi andrà in pensione, sullo scorcio degli anni Settanta, la geometria descrittiva, intesa come disciplina che studia i metodi di rappresentazione dello spazio, non viene più insegnata. Con il passare del tempo, però, si avverte una profonda lacuna nella preparazione dei futuri architetti. Per cui nell’anno accademico 1984-85, viene istituito il corso di Applicazioni di geometria descrittiva, con l’intento di fornire a tutti le nozioni base dei metodi di rappresentazione ed il corso viene gestito da architetti: docenti diversi con mentalità differente. Ora lo scopo della geometria descrittiva non è solo quello di rappresentare oggetti tridimensionali su una superficie bidimensionale, ma, soprattutto, quello di descrivere ed analizzare le forme geometriche e le relazioni reciproche degli oggetti disposti nello spazio. Più che uno strumento per rappresentare, quindi, questa disciplina è prevalentemente un mezzo formativo per sviluppare quella capacità di "vedere lo spazio" che consente di controllare le immagini mentali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/256527
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