La pratica del restauro, da sempre esistita, ma formalmente nata nel '700 con i grandi maestri del restauro architettonico, porta con se una forte componente umana che lega ambiti di azione apparentemente molto distanti. Il recupero in nome di un valore storico si applica infatti all'architettura, così come all'arte, al mobilio e cosi via fino alla nautica. Il restauro architettonico ha esperienza secolare, e il dibattito generatosi grazie a tale materia ha permesso di stilare regole di applicazione alle quali chiunque si approcci a questa controversa disciplina, anche in ambiti differenti, fa riferimento. Il restauro del mobilio d'epoca ha anch'esso radici profonde, la sua pratica è tanto radicata nella cultura dell'uomo che pare scontato che determinati mobili vadano conservati e curati con attenzione, le numerose pubblicazioni manualistiche a riguardo ne sono testimonianza. La conservazione di strumenti musicali ha molteplici sfaccettature e il confine con quello che in campo nautico chiameremmo refitting o addirittura con la riproduzione, è molto sottile. D'altronde le copie di strumenti musicali hanno permesso, ad esempio, di “fornire strumenti efficienti e adatti all'esecuzione delle composizioni cosi come furono concepite, senza l'adattamento necessario per eseguirle su esemplari più recenti” (vedi Meucci in Rognogni Rossi, 2007). Recentemente si inizia a parlare di restauro anche nel design e nell'arte contemporanea, con le evidenti implicazioni e problematiche che nascono nel trattare questa materia relativamente ad oggetti moderni. Il ventaglio delle possibili applicazioni del restauro si apre sempre di più e qui anche la nautica ricopre una posizione sempre più consolidata e riconosciuta. Questa premessa porta ad una prima e fondamentale domanda: perché si restaura? Attraverso un percorso all'interno del mondo del restauro nei diversi ambiti quali mobilio d'epoca, strumenti musicali ecc. fino ad arrivare a quello che è l'interesse del Convegno: la nautica, si propone di indagare il legame fra uomo e restauro per comprendere quale sia la spinta motivazionale che ha portato nei secoli a perseguire e perfezionare questa tecnica; quali siano le motivazioni intrinseche che inducono l'uomo a salvaguardare il suo passato; cosa porti l'uomo a tutelare e curare oggetti culturali che verrebbero altrimenti perduti e dimenticati. Anche le imbarcazioni dovrebbero ormai far parte di quel bagaglio culturale storico, proprio dell'uomo, meritevole tanto quanto architetture e mobili di essere tutelato, valorizzato e quindi restaurato, ma qual'è la sensibilità raggiunta ad oggi riguardo il restauro in campo nautico? Come si inserisce la nautica in quest'ambito?

L'uomo, il restauro e la nautica. Percorso attraverso i diversi mondi del restauro: motivazioni, legami, cultura

Giulia Zappia
2017-01-01

Abstract

La pratica del restauro, da sempre esistita, ma formalmente nata nel '700 con i grandi maestri del restauro architettonico, porta con se una forte componente umana che lega ambiti di azione apparentemente molto distanti. Il recupero in nome di un valore storico si applica infatti all'architettura, così come all'arte, al mobilio e cosi via fino alla nautica. Il restauro architettonico ha esperienza secolare, e il dibattito generatosi grazie a tale materia ha permesso di stilare regole di applicazione alle quali chiunque si approcci a questa controversa disciplina, anche in ambiti differenti, fa riferimento. Il restauro del mobilio d'epoca ha anch'esso radici profonde, la sua pratica è tanto radicata nella cultura dell'uomo che pare scontato che determinati mobili vadano conservati e curati con attenzione, le numerose pubblicazioni manualistiche a riguardo ne sono testimonianza. La conservazione di strumenti musicali ha molteplici sfaccettature e il confine con quello che in campo nautico chiameremmo refitting o addirittura con la riproduzione, è molto sottile. D'altronde le copie di strumenti musicali hanno permesso, ad esempio, di “fornire strumenti efficienti e adatti all'esecuzione delle composizioni cosi come furono concepite, senza l'adattamento necessario per eseguirle su esemplari più recenti” (vedi Meucci in Rognogni Rossi, 2007). Recentemente si inizia a parlare di restauro anche nel design e nell'arte contemporanea, con le evidenti implicazioni e problematiche che nascono nel trattare questa materia relativamente ad oggetti moderni. Il ventaglio delle possibili applicazioni del restauro si apre sempre di più e qui anche la nautica ricopre una posizione sempre più consolidata e riconosciuta. Questa premessa porta ad una prima e fondamentale domanda: perché si restaura? Attraverso un percorso all'interno del mondo del restauro nei diversi ambiti quali mobilio d'epoca, strumenti musicali ecc. fino ad arrivare a quello che è l'interesse del Convegno: la nautica, si propone di indagare il legame fra uomo e restauro per comprendere quale sia la spinta motivazionale che ha portato nei secoli a perseguire e perfezionare questa tecnica; quali siano le motivazioni intrinseche che inducono l'uomo a salvaguardare il suo passato; cosa porti l'uomo a tutelare e curare oggetti culturali che verrebbero altrimenti perduti e dimenticati. Anche le imbarcazioni dovrebbero ormai far parte di quel bagaglio culturale storico, proprio dell'uomo, meritevole tanto quanto architetture e mobili di essere tutelato, valorizzato e quindi restaurato, ma qual'è la sensibilità raggiunta ad oggi riguardo il restauro in campo nautico? Come si inserisce la nautica in quest'ambito?
2017
978-88-6797-900-4
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