Precise normative nazionali e comunitarie vietano la commercializzazione di alimenti contenenti antibiotici la cui assunzione soprattutto da parte di bambini ed anziani sarebbe certamente dannosa. La legge impone nello stesso tempo limiti di accettabilità differenti a secondo degli alimenti. L’alimentazione mediante omogeneizzati è oggi diffusa non solo per i bambini, ma spesso risulta comoda anche per le persone anziane. Gli antibiotici che sono impiegati in campo veterinario più diffusamente sono: penicilline (ampicillina, amoxicillina, penicillina G, dicloxacillina), tetracicline (clorotetraciclina, oxitetraciclina, doxicillina), cefalosporine (cefradina, cefotassima) e sulfamidici (trimetoprim, sulfametazina). Sono stati oggetto di indagine campioni di carne tritata ed omogeneizzati di carne bovina, di carne di pollo, di pesce e di frutta. Per ciascuno i limiti consentiti dalla legge sono differenti e per questo motivo sono stati tentati approcci con metodi differenti. Per la carne, la normativa degli antibiotici prevede limiti che vanno da 50 ppb (g/kg) per amossicillina e ampicillina, fino a 300 ppb per tutti gli altri. Per i sulfamidici è previsto una concentrazione massima di 100 ppb. Insieme alla cromatografia HPLC, con rivelatori differenti, che sembra intuitivamente il metodo più adatto, sono stati espletati alcuni tentativi con la cromatografia ionica con rivelatore elettrochimico e con la polarografia. Per quello che riguarda la polarografia, applicando la DP 50, si osserva una sensibilità generalmente molto più bassa rispetto a quanto si vedrà per l’analisi HPLC. Si possono ottenere comunque picchi distinti per tutti i composti presi in considerazione con altezze proporzionali alle concentrazioni. Tuttavia andando a determinare il LOD, si ottengono risultati molto più alti (dell’ordine dei 10 ppm) eccetto che per i sulfamidici per i quali anche 300 ppb danno un picco distinto. Più complicato si presenta il quadro operando nelle diverse matrici. I limiti diventano più elevati, arrivando circa a 70 ppm per gli antibiotici. Per quello che riguarda l’analisi HPLC, è stato usato un apparecchio Varian 9010 con pompa ternaria, un loop da 20 l, una colonna Alltima C18 da 3, 150 mm, diametro 4,6 mm, collegato ad un rivelatore spettrofotometrico. E’ stata anche usata la cromatografia ionica con un apparecchio Dionex, dotato di rivelatore elettrochimico (IPAD = integrated pulsed amperometric detector). L’analisi HPLC era eseguita in isocratica, usando come eluente una miscela di soluzione di acido acetico (dil. 35 /65) e acetonitrile nel rapporto 93 /7 (v/v). Il rivelatore spettrofotometrico connesso con l’uscita della colonna cromatografica era Unicam Italia mod. 4225 UV detector. Era fissato a  = 270 nm. Anche usando il cromatografo Dionex, l’analisi era condotta in isocratica con acetonitrile; metanolo; acqua; tampone acetato (a pH = 3,75), per le penicilline nel rapporto (6,7; 0; 73,3; 20); per le cefalosporine (4,4; 0; 75,6; 20); per i sulfamidici (10; 10; 60; 20). Per le tetracicline era necessario, pur operando in isocratica, usare acetonitrile, metanolo, 0,1 mol dm-3 di acetato di ammonio nel rapporto (55, 22, 23 v/v). Il flusso di eluizione era sempre di 1 ml min-1. Veniva impostato un opportuno programma di rivelazione elettrochimica. Per un confronto fra le tecniche si riportano alcuni cromatogrammi a titolo di esempio. Fig. 1. HPLC Amoxicillina 9 ppm Fig. 2. Amoxicillina 9 ppm, Riv. Elettrochimico

Presenza di antibiotici in omogeneizzati. Limiti di sensibilità / P., Chiaromonte; C., DE BERNARDIS; Festa, Maria Rosa; V., Rampino. - STAMPA. - (2008), p. 178.

Presenza di antibiotici in omogeneizzati. Limiti di sensibilità

FESTA, Maria Rosa;
2008

Abstract

Precise normative nazionali e comunitarie vietano la commercializzazione di alimenti contenenti antibiotici la cui assunzione soprattutto da parte di bambini ed anziani sarebbe certamente dannosa. La legge impone nello stesso tempo limiti di accettabilità differenti a secondo degli alimenti. L’alimentazione mediante omogeneizzati è oggi diffusa non solo per i bambini, ma spesso risulta comoda anche per le persone anziane. Gli antibiotici che sono impiegati in campo veterinario più diffusamente sono: penicilline (ampicillina, amoxicillina, penicillina G, dicloxacillina), tetracicline (clorotetraciclina, oxitetraciclina, doxicillina), cefalosporine (cefradina, cefotassima) e sulfamidici (trimetoprim, sulfametazina). Sono stati oggetto di indagine campioni di carne tritata ed omogeneizzati di carne bovina, di carne di pollo, di pesce e di frutta. Per ciascuno i limiti consentiti dalla legge sono differenti e per questo motivo sono stati tentati approcci con metodi differenti. Per la carne, la normativa degli antibiotici prevede limiti che vanno da 50 ppb (g/kg) per amossicillina e ampicillina, fino a 300 ppb per tutti gli altri. Per i sulfamidici è previsto una concentrazione massima di 100 ppb. Insieme alla cromatografia HPLC, con rivelatori differenti, che sembra intuitivamente il metodo più adatto, sono stati espletati alcuni tentativi con la cromatografia ionica con rivelatore elettrochimico e con la polarografia. Per quello che riguarda la polarografia, applicando la DP 50, si osserva una sensibilità generalmente molto più bassa rispetto a quanto si vedrà per l’analisi HPLC. Si possono ottenere comunque picchi distinti per tutti i composti presi in considerazione con altezze proporzionali alle concentrazioni. Tuttavia andando a determinare il LOD, si ottengono risultati molto più alti (dell’ordine dei 10 ppm) eccetto che per i sulfamidici per i quali anche 300 ppb danno un picco distinto. Più complicato si presenta il quadro operando nelle diverse matrici. I limiti diventano più elevati, arrivando circa a 70 ppm per gli antibiotici. Per quello che riguarda l’analisi HPLC, è stato usato un apparecchio Varian 9010 con pompa ternaria, un loop da 20 l, una colonna Alltima C18 da 3, 150 mm, diametro 4,6 mm, collegato ad un rivelatore spettrofotometrico. E’ stata anche usata la cromatografia ionica con un apparecchio Dionex, dotato di rivelatore elettrochimico (IPAD = integrated pulsed amperometric detector). L’analisi HPLC era eseguita in isocratica, usando come eluente una miscela di soluzione di acido acetico (dil. 35 /65) e acetonitrile nel rapporto 93 /7 (v/v). Il rivelatore spettrofotometrico connesso con l’uscita della colonna cromatografica era Unicam Italia mod. 4225 UV detector. Era fissato a  = 270 nm. Anche usando il cromatografo Dionex, l’analisi era condotta in isocratica con acetonitrile; metanolo; acqua; tampone acetato (a pH = 3,75), per le penicilline nel rapporto (6,7; 0; 73,3; 20); per le cefalosporine (4,4; 0; 75,6; 20); per i sulfamidici (10; 10; 60; 20). Per le tetracicline era necessario, pur operando in isocratica, usare acetonitrile, metanolo, 0,1 mol dm-3 di acetato di ammonio nel rapporto (55, 22, 23 v/v). Il flusso di eluizione era sempre di 1 ml min-1. Veniva impostato un opportuno programma di rivelazione elettrochimica. Per un confronto fra le tecniche si riportano alcuni cromatogrammi a titolo di esempio. Fig. 1. HPLC Amoxicillina 9 ppm Fig. 2. Amoxicillina 9 ppm, Riv. Elettrochimico
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