Leandro Arpinati, who was the leader of bolognese fascism, set up the review “Vita Nova” in 1925. Since the beginning, “Vita Nova” was directed by the philosopher Giuseppe Saitta, a disciple of actual idealism that had been introduced in Italy by Giovanni Gentile. Dealing with the topic of nation, “Vita Nova” was deeply influenced by the actual idealism. The appeal of Saitta and his idea of immanent idealism attracted the interest of many disciples of Gentile such as Delio Cantimori, Ugo Spirito, Arnaldo Volpicelli, Leonardo Grassi, who therefore wrote in the mentioned review. These writers talking about politics and nation in the light of the lay and immanent religion, tried to support the idea of fascist state building the nation as a spiritual community. In this purpose, they were following the concept of ethic state introduced, in contrast with liberal politics, by Giovanni Gentile. In addition, they were opposed to other visions of fascism such as futuristic and the nationalistic ones. In 1933, when Leandro Arpinati fell into political disfavour with Mussolini, “Vita Nova” died, eventhough the actual idealism had been disowned by the real fascist politics since 1929, in consequence of the agreement between the fascist State and the Holy See.

Leandro Arpinati, guida del fascimo Bolognese, fonda la rivista “Vita Nova” nel 1925. Fin dall’inizio, la rivista è diretta dal filosofo Giuseppe Saitta, esponente dell’idealismo attuale, orientamento filosofico introdotto in Italia da Giovanni Gentile. L’idealismo gentiliano influenza profondamente la trattazione del tema della “Nazione” proposta da “Vita Nova”. Molti gentiliani come Delio Cantimori, Ugo Spirito, Arnaldo Volpicelli, Leonardo Grassi sono attratti dall’idealismo immanente di Saitta e collaborano alla rivista. Questi autori declinano le categorie di politica e nazione secondo una prospettiva di religiosità laica e immanente, sostenendo l’idea di stato fascista, costruttore della comunità nazionale in chiave spirituale. A tal proposito, essi aderiscono alla nozione di Stato etico introdotta da Giovanni Gentile in opposizione all’orientamento liberale. Inoltre, contrastano altre visioni del fascismo come quella dei futuristi e dei nazionalisti. Nel 1933 quando Leandro Arpinati cade in disgrazia presso Mussolini, “Vita Nova” muore, anche se l’idealismo attuale era stato già sconfessato dalla concreta politica fascista fin dal 1929, a seguito del Concordato siglato dallo Stato fascista e dalla Santa Sede.

Cantimori e Il concetto di nazione in «Vita Nova» / Vitali, Francesco. - In: NUOVA RIVISTA STORICA. - ISSN 0029-6236. - STAMPA. - XCIII:n. 1(2009), pp. 111-151.

Cantimori e Il concetto di nazione in «Vita Nova»

VITALI, FRANCESCO
2009

Abstract

Leandro Arpinati, who was the leader of bolognese fascism, set up the review “Vita Nova” in 1925. Since the beginning, “Vita Nova” was directed by the philosopher Giuseppe Saitta, a disciple of actual idealism that had been introduced in Italy by Giovanni Gentile. Dealing with the topic of nation, “Vita Nova” was deeply influenced by the actual idealism. The appeal of Saitta and his idea of immanent idealism attracted the interest of many disciples of Gentile such as Delio Cantimori, Ugo Spirito, Arnaldo Volpicelli, Leonardo Grassi, who therefore wrote in the mentioned review. These writers talking about politics and nation in the light of the lay and immanent religion, tried to support the idea of fascist state building the nation as a spiritual community. In this purpose, they were following the concept of ethic state introduced, in contrast with liberal politics, by Giovanni Gentile. In addition, they were opposed to other visions of fascism such as futuristic and the nationalistic ones. In 1933, when Leandro Arpinati fell into political disfavour with Mussolini, “Vita Nova” died, eventhough the actual idealism had been disowned by the real fascist politics since 1929, in consequence of the agreement between the fascist State and the Holy See.
2009
Leandro Arpinati, guida del fascimo Bolognese, fonda la rivista “Vita Nova” nel 1925. Fin dall’inizio, la rivista è diretta dal filosofo Giuseppe Saitta, esponente dell’idealismo attuale, orientamento filosofico introdotto in Italia da Giovanni Gentile. L’idealismo gentiliano influenza profondamente la trattazione del tema della “Nazione” proposta da “Vita Nova”. Molti gentiliani come Delio Cantimori, Ugo Spirito, Arnaldo Volpicelli, Leonardo Grassi sono attratti dall’idealismo immanente di Saitta e collaborano alla rivista. Questi autori declinano le categorie di politica e nazione secondo una prospettiva di religiosità laica e immanente, sostenendo l’idea di stato fascista, costruttore della comunità nazionale in chiave spirituale. A tal proposito, essi aderiscono alla nozione di Stato etico introdotta da Giovanni Gentile in opposizione all’orientamento liberale. Inoltre, contrastano altre visioni del fascismo come quella dei futuristi e dei nazionalisti. Nel 1933 quando Leandro Arpinati cade in disgrazia presso Mussolini, “Vita Nova” muore, anche se l’idealismo attuale era stato già sconfessato dalla concreta politica fascista fin dal 1929, a seguito del Concordato siglato dallo Stato fascista e dalla Santa Sede.
Nazione; Fascismo; Delio Cantimori; Giovanni Gentile; Idealismo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Cantimori e Il concetto di nazione in «Vita Nova» / Vitali, Francesco. - In: NUOVA RIVISTA STORICA. - ISSN 0029-6236. - STAMPA. - XCIII:n. 1(2009), pp. 111-151.
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