Il presente contributo si colloca nell’ambito di una ricerca collettanea coordinata dai prof. Ginevra Cerrina Feroni e Tommaso e. Frosini (pubblicata sulla rivista di “Diritto Pubblico comparato ed europeo”) e rivolta ad indagare sulle dinamiche evolutive della famiglia nel diritto comparato. In tale ambito, il contributo della sottoscritta è dedicato all’analisi della tutela giuridica della famiglia nell’ordinamento belga. L’analisi è diretta ad individuare, in particolare, le tendenze evolutive registrabili in quel contesto e che hanno contribuito a dare concretezza ad una disciplina giuridica della famiglia fortemente innovativa. I significativi mutamenti intervenuti nel tessuto sociale belga, soprattutto a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, hanno condizionato in modo rilevante l’atteggiamento del legislatore nella regolamentazione del diritto di famiglia. Nell’ambito di una società che è venuta sempre più a definirsi in una dimensione pluralistica, il principale fattore di condizionamento va senz’altro individuato nell’affermazione di una chiara tendenza alla differenziazione e all’individualizzazione nei rapporti interpersonali e nell’apertura di una progressiva “privatizzazione” dei rapporti familiari, ove i singoli componenti divengono titolari di autonomi diritti soggettivi. Meno “dirigiste” e più “accompagnateur” è stato effettivamente il cammino intrapreso dal legislatore belga, che ha trovato un primo punto di approdo nella consacrazione – con la riforma costituzionale del 1994 – del principio secondo cui «Chacun a droit au respect de sa vie privée et familiale, sauf dans les cas et conditions fixés par la loi». A partire dalla fine anni Novanta si è aperta una fervida “stagione” di riforme riguardanti «le droit de la personne et de la famille», caratterizzata dal progressivo smantellamento degli effetti del matrimonio civile mediante il riconoscimento giuridico delle convivenze civili e di forme di unioni doppiamente maschili e doppiamente femminili. Tale orientamento ha conosciuto un deciso consolidamento a partire dagli inizi del nuovo secolo, allorquando il diritto di famiglia ha definitivamente perso la vocazione a strutturare la società e ad assegnare ai singoli un modello di vita univoco, limitandosi a registrare gli impulsi provenienti da una società in rapido mutamento e ad accompagnare gli individui nelle loro scelte sempre più differenziate. L’intenso processo di riforma del diritto di famiglia belga ha conosciuto più recentemente un’importante evoluzione a seguito dell’introduzione – anche grazie ad un decisivo intervento della Corte costituzionale – della legge del 30 giugno 2006, con la quale è stato riconosciuto il diritto di adozione anche ai coniugi dello stesso sesso, fondando così, anche sul piano giuridico, il rapporto di filiazione non più unicamente sul dato biologico ma, molto più pervasivamente, sulla volontà. Tale processo ha segnato il pieno riconoscimento della c.d. “omoparentalità” nonché comportato, sul ben più significativo piano del rapporto tra i due sessi, il definitivo tramonto dell’egemonia sociale del maschile sul femminile, in considerazione del fatto che l’eterosessualità cessa di essere la norma per trasformarsi in un orientamento sessuale legittimo tra altri orientamenti sessuali. La significativa apertura fatta dal legislatore belga a figure ulteriori di genitorialità sovverte sostanzialmente il modello “tradizionale” proprio per il fatto di porre tale rapporto in un’ottica distinta rispetto al dominio dell’eterosessualità e dell’ordine gerarchico tra i sessi. [...]

La tutela giuridica della famiglia nell’ordinamento belga e la pervasiva apertura verso nuovi modelli relazionali

SCIANNELLA, Lucia Giuditta
2010-01-01

Abstract

Il presente contributo si colloca nell’ambito di una ricerca collettanea coordinata dai prof. Ginevra Cerrina Feroni e Tommaso e. Frosini (pubblicata sulla rivista di “Diritto Pubblico comparato ed europeo”) e rivolta ad indagare sulle dinamiche evolutive della famiglia nel diritto comparato. In tale ambito, il contributo della sottoscritta è dedicato all’analisi della tutela giuridica della famiglia nell’ordinamento belga. L’analisi è diretta ad individuare, in particolare, le tendenze evolutive registrabili in quel contesto e che hanno contribuito a dare concretezza ad una disciplina giuridica della famiglia fortemente innovativa. I significativi mutamenti intervenuti nel tessuto sociale belga, soprattutto a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, hanno condizionato in modo rilevante l’atteggiamento del legislatore nella regolamentazione del diritto di famiglia. Nell’ambito di una società che è venuta sempre più a definirsi in una dimensione pluralistica, il principale fattore di condizionamento va senz’altro individuato nell’affermazione di una chiara tendenza alla differenziazione e all’individualizzazione nei rapporti interpersonali e nell’apertura di una progressiva “privatizzazione” dei rapporti familiari, ove i singoli componenti divengono titolari di autonomi diritti soggettivi. Meno “dirigiste” e più “accompagnateur” è stato effettivamente il cammino intrapreso dal legislatore belga, che ha trovato un primo punto di approdo nella consacrazione – con la riforma costituzionale del 1994 – del principio secondo cui «Chacun a droit au respect de sa vie privée et familiale, sauf dans les cas et conditions fixés par la loi». A partire dalla fine anni Novanta si è aperta una fervida “stagione” di riforme riguardanti «le droit de la personne et de la famille», caratterizzata dal progressivo smantellamento degli effetti del matrimonio civile mediante il riconoscimento giuridico delle convivenze civili e di forme di unioni doppiamente maschili e doppiamente femminili. Tale orientamento ha conosciuto un deciso consolidamento a partire dagli inizi del nuovo secolo, allorquando il diritto di famiglia ha definitivamente perso la vocazione a strutturare la società e ad assegnare ai singoli un modello di vita univoco, limitandosi a registrare gli impulsi provenienti da una società in rapido mutamento e ad accompagnare gli individui nelle loro scelte sempre più differenziate. L’intenso processo di riforma del diritto di famiglia belga ha conosciuto più recentemente un’importante evoluzione a seguito dell’introduzione – anche grazie ad un decisivo intervento della Corte costituzionale – della legge del 30 giugno 2006, con la quale è stato riconosciuto il diritto di adozione anche ai coniugi dello stesso sesso, fondando così, anche sul piano giuridico, il rapporto di filiazione non più unicamente sul dato biologico ma, molto più pervasivamente, sulla volontà. Tale processo ha segnato il pieno riconoscimento della c.d. “omoparentalità” nonché comportato, sul ben più significativo piano del rapporto tra i due sessi, il definitivo tramonto dell’egemonia sociale del maschile sul femminile, in considerazione del fatto che l’eterosessualità cessa di essere la norma per trasformarsi in un orientamento sessuale legittimo tra altri orientamenti sessuali. La significativa apertura fatta dal legislatore belga a figure ulteriori di genitorialità sovverte sostanzialmente il modello “tradizionale” proprio per il fatto di porre tale rapporto in un’ottica distinta rispetto al dominio dell’eterosessualità e dell’ordine gerarchico tra i sessi. [...]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/11313
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact