Il libro affronta un nodo tematico di complessa definizione: quello che vede intrecciate tra di loro la progettazione, il controllo e la manutenzione del suolo pubblico urbano a Venezia fra la seconda metà del XV e la fine del XVIII secolo. Nei secoli presi in esame, il tessuto della città viene sottoposto a un’assidua attività di regolamentazione e, soprattutto, diviene oggetto di una quotidiana sorveglianza da parte dei principali uffici pubblici preposti alla tutela dello spazio collettivo. Gli elementi della viabilità cittadina (calli, canali, campi, ponti) e dei servizi fondamentali di approvvigionamento idrico (pozzi e cisterne) entrano di prepotenza nella sfera di attività di chi è incaricato di delineare la struttura funzionale e formale della città. La complessa realtà urbana impone, così, il ricorso a competenze operative e giudiziarie specifiche circa i lavori condotti fra terra e acqua. Tali competenze sono state costruite in un lungo periodo con strumenti messi a punto nella realizzazione di opere pubbliche, ma anche nel sistematico escavo dei canali, o nella costruzione di imbarcazioni. Partendo dall’analisi delle concrete azioni compiute dalle magistrature urbane – Giudici del piovego, Provveditori di comun, Savi ed Esecutori alle acque, Patroni all’Arsenale –, i cinque saggi che compongono il volume delineano un quadro dei complessi e intricati modi di sviluppo e “condensazione” del paesaggio urbano di Venezia in epoca moderna. In tutti i casi presi in esame sembra emergere con forza che le condizioni specifiche dell’ambiente umido lagunare da un lato, le esigenze della costruzione dei mezzi di trasporto acqueo dall’altro, abbiano influenzato non poco anche l’organizzazione e il trasferimento dei saperi e delle mansioni all’interno degli uffici interessati alla manutenzione di strade e “campi”, oltre che alla concessione di permessi di costruzione. Al di là di discontinuità, ritardi e accelerazioni, inoltre, appare nitida la consapevolezza propria di coloro che furono coinvolti nelle funzioni di governo, circa la consistenza dell’agglomerato urbano e delle sue particolarità ambientali. Da questa cognizione conseguì l’impegno generalizzato nei confronti di quella capillare azione di costruzione della realtà urbana che un teorico del tempo definiva come «far la città».

Fare la città. Salvaguardia e manutenzione urbana a Venezia in età moderna

ZAGGIA, STEFANO
2006

Abstract

Il libro affronta un nodo tematico di complessa definizione: quello che vede intrecciate tra di loro la progettazione, il controllo e la manutenzione del suolo pubblico urbano a Venezia fra la seconda metà del XV e la fine del XVIII secolo. Nei secoli presi in esame, il tessuto della città viene sottoposto a un’assidua attività di regolamentazione e, soprattutto, diviene oggetto di una quotidiana sorveglianza da parte dei principali uffici pubblici preposti alla tutela dello spazio collettivo. Gli elementi della viabilità cittadina (calli, canali, campi, ponti) e dei servizi fondamentali di approvvigionamento idrico (pozzi e cisterne) entrano di prepotenza nella sfera di attività di chi è incaricato di delineare la struttura funzionale e formale della città. La complessa realtà urbana impone, così, il ricorso a competenze operative e giudiziarie specifiche circa i lavori condotti fra terra e acqua. Tali competenze sono state costruite in un lungo periodo con strumenti messi a punto nella realizzazione di opere pubbliche, ma anche nel sistematico escavo dei canali, o nella costruzione di imbarcazioni. Partendo dall’analisi delle concrete azioni compiute dalle magistrature urbane – Giudici del piovego, Provveditori di comun, Savi ed Esecutori alle acque, Patroni all’Arsenale –, i cinque saggi che compongono il volume delineano un quadro dei complessi e intricati modi di sviluppo e “condensazione” del paesaggio urbano di Venezia in epoca moderna. In tutti i casi presi in esame sembra emergere con forza che le condizioni specifiche dell’ambiente umido lagunare da un lato, le esigenze della costruzione dei mezzi di trasporto acqueo dall’altro, abbiano influenzato non poco anche l’organizzazione e il trasferimento dei saperi e delle mansioni all’interno degli uffici interessati alla manutenzione di strade e “campi”, oltre che alla concessione di permessi di costruzione. Al di là di discontinuità, ritardi e accelerazioni, inoltre, appare nitida la consapevolezza propria di coloro che furono coinvolti nelle funzioni di governo, circa la consistenza dell’agglomerato urbano e delle sue particolarità ambientali. Da questa cognizione conseguì l’impegno generalizzato nei confronti di quella capillare azione di costruzione della realtà urbana che un teorico del tempo definiva come «far la città».
2006
9788842498407
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