Il rapporto tra la scuola e la famiglia si è storicamente delineato e realizzato in modo diverso, secondo le condizioni generali della società e le mentalità, con una dinamica che può andare da una quasi separazione, talvolta anche conflittuale, ad una reciproca intesa e collaborazione. Esso è di importanza fondamentale per il funzionamento della scuola e non può prescindere, nel suo attuarsi, dalla legislazione vigente, dall’atteggiamento aperto degli insegnanti, dalle condizioni generali di vita, dal livello di istruzione dei genitori e dalla loro visione circa l’importanza della scuola. La considerazione stessa che le famiglie hanno dei propri figli in quanto bambine e bambini e che l’ambiente sociale ritiene di assegnare all’infanzia, determina il rapporto educativo all’interno della scuola ed i rapporti formali ed informali tra insegnanti e genitori. Dalle testimonianze maturate nella diretta esperienza dei maestri, riportate nelle fonti esaminate, emergono le problematiche di tali rapporti, tipiche della società italiana nel periodo della ricostruzione nel dopoguerra. I maestri che hanno operato in quel periodo non hanno trovato molto aiuto presso le istituzioni statali: molto è lasciato alla loro buona volontà, al loro senso del dovere, alla loro “missione” educativa. La scuola riesce a fare poco per colmare le disuguaglianze sociali degli alunni e delle famiglie che riflettono una società ancora molto stratificata e poco incline al suo interno alla mobilità. Nelle fonti considerate gli insegnanti si dimostrano già consapevoli di questo ed assumono un atteggiamento democratico che da un lato va incontro alle famiglie più bisognose di sostegno materiale e morale, e dall’altro opera insieme a quelle famiglie che già dimostrano di avere maturato una coscienza pedagogica per estendere, attraverso una fattiva collaborazione, questa consapevolezza all’intera società.

Famiglia e scuola nella società  veneta della ricostruzione

CALLEGARI, CARLA
2007

Abstract

Il rapporto tra la scuola e la famiglia si è storicamente delineato e realizzato in modo diverso, secondo le condizioni generali della società e le mentalità, con una dinamica che può andare da una quasi separazione, talvolta anche conflittuale, ad una reciproca intesa e collaborazione. Esso è di importanza fondamentale per il funzionamento della scuola e non può prescindere, nel suo attuarsi, dalla legislazione vigente, dall’atteggiamento aperto degli insegnanti, dalle condizioni generali di vita, dal livello di istruzione dei genitori e dalla loro visione circa l’importanza della scuola. La considerazione stessa che le famiglie hanno dei propri figli in quanto bambine e bambini e che l’ambiente sociale ritiene di assegnare all’infanzia, determina il rapporto educativo all’interno della scuola ed i rapporti formali ed informali tra insegnanti e genitori. Dalle testimonianze maturate nella diretta esperienza dei maestri, riportate nelle fonti esaminate, emergono le problematiche di tali rapporti, tipiche della società italiana nel periodo della ricostruzione nel dopoguerra. I maestri che hanno operato in quel periodo non hanno trovato molto aiuto presso le istituzioni statali: molto è lasciato alla loro buona volontà, al loro senso del dovere, alla loro “missione” educativa. La scuola riesce a fare poco per colmare le disuguaglianze sociali degli alunni e delle famiglie che riflettono una società ancora molto stratificata e poco incline al suo interno alla mobilità. Nelle fonti considerate gli insegnanti si dimostrano già consapevoli di questo ed assumono un atteggiamento democratico che da un lato va incontro alle famiglie più bisognose di sostegno materiale e morale, e dall’altro opera insieme a quelle famiglie che già dimostrano di avere maturato una coscienza pedagogica per estendere, attraverso una fattiva collaborazione, questa consapevolezza all’intera società.
2007
Da maestri a direttori didattici
9788882324940
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