Il saggio tratta di alcune questioni di deontologia ed etica medica, prendendo lo spunto dall’ultima versione del Codice di Deontologia Medica, adottato dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) nel 2014. Ne emerge una valutazione critica, che colpisce un linguaggio piuttosto asettico e burocratizzato presente nei diversi articoli del Codice; non solo: le istanze etiche vengono fortemente ridimensionate, con un conseguente, forte appiattimento sulla prospettiva giuridica. In particolare si richiama l’attenzione sul rischio che l’autonomia professionale dei medici venga messa a repentaglio, vuoi per un eccesso di regolamentazione e burocratizzazione, vuoi per esigenze, anche legittime, di contenimento della spesa sanitaria. Ciò richiederebbe pertanto un ripensamento degli scopi della medicina, così come proposto da Daniel Callahan, in direzione di una sua effettiva sostenibilità e preservando la sua intenzionalità di pratica volta a curare ogni essere umano, senza alcun tipo di discriminazione. Su tali temi, dal rischio della eterodeterminazione professionale alla necessità di ripensare radicalmente gli scopi della medicina, il nuovo Codice non sembra fornire contributi significativi.

L’autonomia del medico e il rischio dell’eterodeterminazione. A proposito del nuovo Codice di Deontologia Medica

DA RE, ANTONIO
2015

Abstract

Il saggio tratta di alcune questioni di deontologia ed etica medica, prendendo lo spunto dall’ultima versione del Codice di Deontologia Medica, adottato dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) nel 2014. Ne emerge una valutazione critica, che colpisce un linguaggio piuttosto asettico e burocratizzato presente nei diversi articoli del Codice; non solo: le istanze etiche vengono fortemente ridimensionate, con un conseguente, forte appiattimento sulla prospettiva giuridica. In particolare si richiama l’attenzione sul rischio che l’autonomia professionale dei medici venga messa a repentaglio, vuoi per un eccesso di regolamentazione e burocratizzazione, vuoi per esigenze, anche legittime, di contenimento della spesa sanitaria. Ciò richiederebbe pertanto un ripensamento degli scopi della medicina, così come proposto da Daniel Callahan, in direzione di una sua effettiva sostenibilità e preservando la sua intenzionalità di pratica volta a curare ogni essere umano, senza alcun tipo di discriminazione. Su tali temi, dal rischio della eterodeterminazione professionale alla necessità di ripensare radicalmente gli scopi della medicina, il nuovo Codice non sembra fornire contributi significativi.
2015
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