Il tema delle pratiche di sottocosto è da tempo al centro di accesi dibattiti, che interessano soprattutto il terziario e, in particolare il comparto della distribuzione commerciale. L'aspetto cruciale oggetto dell'interesse degli studiosi concerne la presunta illiceità delle vendite sottocosto, le quali sarebbero contrarie ai princìpi di funzionamento dei mercati concorrenziali, poichè sfrutterebbero - ed al contempo - rafforzerebbero i vantaggi derivanti dalla dimensione aziendale e dalle barriere all'entrata dei mercati. Recentemente, l'attenzione alle vendite sottocosto è stata destata in Italia dalle innovazioni normative introdotte in attuazione della riforma del commercio avviata nel 1998, che tendono ad allineare la normativa interna agli indirizzi assunti - come si vedrà nell'ultimo paragrafo del presente lavoro - da altri legislatori nazionali, in assenza di un univoco ed esplicito orientameno comunitario. Nelle pagine seguenti, si tenta - anche sulla scorta delle riflessioni maturate nell'ambito di un importante progetto di ricerca interuniversitario sulle vendite sottocosto attualmente in corso - di delineare un quadro sintetico, ma completo, delle mnotivazioni di carattere economico-aziendale che inducono ad indagare con attenzione e cautela la fattispecie in oggetto. Emergono, infatti, il rischio di eccessivi irrigidimenti della dinamica concorrenziale che divieti rigorosi potrebbero causare, il pericolo di pratiche elusive ancora più dannose - per le imprese minori e subalterne - e consistenti eccezioni alla tesi dell'illiceità del sottocosto, specialmente con riguardo alla distribuzione commerciale ove, si badi, l'offerta non si risolve nel singolo bene venduto a prezzo ribassato, ma concerne un complesso di beni (l'assortimento), ulteriormente arricchito dai servizi più vari. I diversi punti appena richiamati trovano infine diversi elementi di conferma empirica nelle interessanti soluzioni normative, di carattere più o meno restrittivo, adottate da vari Paesi europei.

Profili economici e comparativi delle vendite sottocosto

SANSONE, Marcello
2001-01-01

Abstract

Il tema delle pratiche di sottocosto è da tempo al centro di accesi dibattiti, che interessano soprattutto il terziario e, in particolare il comparto della distribuzione commerciale. L'aspetto cruciale oggetto dell'interesse degli studiosi concerne la presunta illiceità delle vendite sottocosto, le quali sarebbero contrarie ai princìpi di funzionamento dei mercati concorrenziali, poichè sfrutterebbero - ed al contempo - rafforzerebbero i vantaggi derivanti dalla dimensione aziendale e dalle barriere all'entrata dei mercati. Recentemente, l'attenzione alle vendite sottocosto è stata destata in Italia dalle innovazioni normative introdotte in attuazione della riforma del commercio avviata nel 1998, che tendono ad allineare la normativa interna agli indirizzi assunti - come si vedrà nell'ultimo paragrafo del presente lavoro - da altri legislatori nazionali, in assenza di un univoco ed esplicito orientameno comunitario. Nelle pagine seguenti, si tenta - anche sulla scorta delle riflessioni maturate nell'ambito di un importante progetto di ricerca interuniversitario sulle vendite sottocosto attualmente in corso - di delineare un quadro sintetico, ma completo, delle mnotivazioni di carattere economico-aziendale che inducono ad indagare con attenzione e cautela la fattispecie in oggetto. Emergono, infatti, il rischio di eccessivi irrigidimenti della dinamica concorrenziale che divieti rigorosi potrebbero causare, il pericolo di pratiche elusive ancora più dannose - per le imprese minori e subalterne - e consistenti eccezioni alla tesi dell'illiceità del sottocosto, specialmente con riguardo alla distribuzione commerciale ove, si badi, l'offerta non si risolve nel singolo bene venduto a prezzo ribassato, ma concerne un complesso di beni (l'assortimento), ulteriormente arricchito dai servizi più vari. I diversi punti appena richiamati trovano infine diversi elementi di conferma empirica nelle interessanti soluzioni normative, di carattere più o meno restrittivo, adottate da vari Paesi europei.
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