Il progetto si colloca in una zona dell’Italia centrale, in un’area di confine tra le Marche e l’Abruzzo e a ridosso del mare. SI caratterizza come una vasta area golenale attualmente abbandonata in cui trovano sede un lungo asse viario, che dalla strada provinciale conduce al mare e una serie di casali abbandonati posti a ridosso della strada. Il sito inoltre si presenta come caratterizzato da temporali con consiste presenza di fulmini per lunghi periodi All’interno di questo paesaggio incontaminato il progetto del parco si inserisce con delicatezza, senza intaccare le naturali caratteristiche del luogo, ma sfruttandone semmai le potenzialità. Una serie di parafulmini e di gabbie faraday divengono protagonisti della scena trasformandosi in immagazzinatori e produttori di energia. Infatti oltre a svolgere il ruolo di elementi protettivi i parafulmini divengono strumenti in grado di trasformare l’energia naturale in energia elettrica, ma soprattutto assumono una valenza estetica. Il paesaggio in tempesta crea senza dubbio stupore e meraviglia. Per rendere con maggiore forza una dimensione sublime del luogo utilizziamo pochi elementi di arredo trasparenti come una serie di volumi (gabbie faraday) all’interno dei quali è possibile osservare lo spettacolo naturale, delle piattaforme e passerelle sospese con lo scopo di non interrompere la continuità del paesaggio ma soprattutto per concedere alla natura il ruolo di unica e maggiore protagonista della scena. All’estremità del lungo asse viario trova collocazione un edificio abbandonato e fatiscente. Intendiamo restaurarlo integrando le parti di muratura rimaste con un serie di vetrate trasformandolo in una grande serra che diviene un punto di ristoro ma soprattutto un luogo strategico dal quale è possibile osservare indisturbati la scena. L’acqua sottoforma di pioggia viene incanalata in una serie di canali-cisterne in grado di raccogliere l’acqua e utilizzarla per irrigare il parco durante il lungo periodo estivo.

PARCO DELL'ACQUA E DELLA LUCE

EMILI, Anna Rita
2005-01-01

Abstract

Il progetto si colloca in una zona dell’Italia centrale, in un’area di confine tra le Marche e l’Abruzzo e a ridosso del mare. SI caratterizza come una vasta area golenale attualmente abbandonata in cui trovano sede un lungo asse viario, che dalla strada provinciale conduce al mare e una serie di casali abbandonati posti a ridosso della strada. Il sito inoltre si presenta come caratterizzato da temporali con consiste presenza di fulmini per lunghi periodi All’interno di questo paesaggio incontaminato il progetto del parco si inserisce con delicatezza, senza intaccare le naturali caratteristiche del luogo, ma sfruttandone semmai le potenzialità. Una serie di parafulmini e di gabbie faraday divengono protagonisti della scena trasformandosi in immagazzinatori e produttori di energia. Infatti oltre a svolgere il ruolo di elementi protettivi i parafulmini divengono strumenti in grado di trasformare l’energia naturale in energia elettrica, ma soprattutto assumono una valenza estetica. Il paesaggio in tempesta crea senza dubbio stupore e meraviglia. Per rendere con maggiore forza una dimensione sublime del luogo utilizziamo pochi elementi di arredo trasparenti come una serie di volumi (gabbie faraday) all’interno dei quali è possibile osservare lo spettacolo naturale, delle piattaforme e passerelle sospese con lo scopo di non interrompere la continuità del paesaggio ma soprattutto per concedere alla natura il ruolo di unica e maggiore protagonista della scena. All’estremità del lungo asse viario trova collocazione un edificio abbandonato e fatiscente. Intendiamo restaurarlo integrando le parti di muratura rimaste con un serie di vetrate trasformandolo in una grande serra che diviene un punto di ristoro ma soprattutto un luogo strategico dal quale è possibile osservare indisturbati la scena. L’acqua sottoforma di pioggia viene incanalata in una serie di canali-cisterne in grado di raccogliere l’acqua e utilizzarla per irrigare il parco durante il lungo periodo estivo.
2005
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