In questo saggio si delinea la situazione della pianificazione territoriale in Sardegna, caratteriz-zata da una profonda ridefinizione di strumenti, approcci metodologici e competenze. Questa fase di mutamento, da un lato, si sviluppa a partire dal riconoscimento del sostanziale fallimen-to pratico dei processi sviluppati a partire dalla vigente legislazione urbanistica, imperniata sul-la legge n. 45/89; dall’altro, rifonda l’intero impalcato della prassi della pianificazione regionale a partire da uno strumento, il Piano paesaggistico regionale (PPR), che muta in maniera formale e sostanziale i processi di definizione, approvazione e gestione degli strumenti e degli atti dell’urbanistica sarda. Il PPR, che assume la valenza di piano paesaggistico ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, (D.Lgs. 42/2004, noto come “Codice Urbani,” CBCP) è lo strumento urbani-stico sovraordinato per gli strumenti urbanistici dei Comuni e delle Province, e per i piani di gestione delle aree protette (art. 3, comma 1, delle “Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale,” NTA). Le NTA configurano un sistema di competenze e prassi della pianificazione in cui la Regione ha un ruolo preminente, in termini di prescrizione, indirizzo e controllo, mentre gli enti locali e gli enti gestori delle aree protette normano ed attuano, nel dettaglio e nello specifico dei terri-tori di propria competenza, quanto la Regione ha definito in maniera generale nel PPR. Il pro-cesso si sviluppa in un clima auspicabilmente cooperativo, ancorché la Regione abbia, comun-que, l’ultima parola in termini di verifica di coerenza tra lo strumento sovraordinato e quelli di competenza degli enti locali e degli enti gestori. Nella prossima sezione si discute l’impostazione del PPR, nella cornice legislativa del CBCP, e la nuova prassi della pianificazione territoriale sarda che ne deriva. La terza sezione mette in evidenza, con riferimento alla normativa del PPR, le problematiche relative al recepimento del PPR nei piani urbanistici comunali (PUC). Le ragioni del conflitto tra Regione e Comuni vengono, successivamente, analizzate tramite un approccio Foresteriano (Forester, 1999), che, nelle conclusioni, viene associato ad una proposta di superamento del conflitto basata su un approccio corretto ed efficace all’attuazione del principio di sussidiarietà.

Una lettura Foresteriana del conflitto tra Regione e Comuni nell’attuazione del PPR della Sardegna

ZOPPI, CORRADO
2009-01-01

Abstract

In questo saggio si delinea la situazione della pianificazione territoriale in Sardegna, caratteriz-zata da una profonda ridefinizione di strumenti, approcci metodologici e competenze. Questa fase di mutamento, da un lato, si sviluppa a partire dal riconoscimento del sostanziale fallimen-to pratico dei processi sviluppati a partire dalla vigente legislazione urbanistica, imperniata sul-la legge n. 45/89; dall’altro, rifonda l’intero impalcato della prassi della pianificazione regionale a partire da uno strumento, il Piano paesaggistico regionale (PPR), che muta in maniera formale e sostanziale i processi di definizione, approvazione e gestione degli strumenti e degli atti dell’urbanistica sarda. Il PPR, che assume la valenza di piano paesaggistico ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, (D.Lgs. 42/2004, noto come “Codice Urbani,” CBCP) è lo strumento urbani-stico sovraordinato per gli strumenti urbanistici dei Comuni e delle Province, e per i piani di gestione delle aree protette (art. 3, comma 1, delle “Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale,” NTA). Le NTA configurano un sistema di competenze e prassi della pianificazione in cui la Regione ha un ruolo preminente, in termini di prescrizione, indirizzo e controllo, mentre gli enti locali e gli enti gestori delle aree protette normano ed attuano, nel dettaglio e nello specifico dei terri-tori di propria competenza, quanto la Regione ha definito in maniera generale nel PPR. Il pro-cesso si sviluppa in un clima auspicabilmente cooperativo, ancorché la Regione abbia, comun-que, l’ultima parola in termini di verifica di coerenza tra lo strumento sovraordinato e quelli di competenza degli enti locali e degli enti gestori. Nella prossima sezione si discute l’impostazione del PPR, nella cornice legislativa del CBCP, e la nuova prassi della pianificazione territoriale sarda che ne deriva. La terza sezione mette in evidenza, con riferimento alla normativa del PPR, le problematiche relative al recepimento del PPR nei piani urbanistici comunali (PUC). Le ragioni del conflitto tra Regione e Comuni vengono, successivamente, analizzate tramite un approccio Foresteriano (Forester, 1999), che, nelle conclusioni, viene associato ad una proposta di superamento del conflitto basata su un approccio corretto ed efficace all’attuazione del principio di sussidiarietà.
2009
9788849216288
Pianificazione e conflitto; Pianificazione partecipata; Pianificazione del paesaggio
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