A partire da una concezione di apprendimento esperienziale quale approccio che assume l'esperienza come criterio ordinatore della formazione il capitolo, dopo una brevissima panoramica rispetto alle radici teoriche relativa all’apprendimento esperienziale (a partire da Dewey e Lewin), il capitolo fermerà l’attenzione ai modelli teorici sviluppati dagli anni Ottanta. Sempre nella parte iniziale sono considerati i concetti esperienza, in contrapposizione a vissuto, e i significati presenti nel dibattito scientifico di apprendimento esperienziale in contrapposizione di apprendimento dall’esperienza. All’interno di queste chiarificazioni il capitolo propone un breve accenno alle differenze tra le diverse forme di apprendimento (formale, informale, non formale). Questo contributo ha un duplice obiettivo. Da una parte si propone di presentare le principali teorie legate all’esperienza quale fattore di apprendimento, dall’altra si propone di inserire queste riflessioni in un quadro storico di teorie che si sono succedute spess senza soluzione di continuità. Il capitolo, infatti, prende in considerazione rispetto agli anni di interesse – dagli anni Ottanta ai giorni nostri – alcuni autori quali Kolb, Sennet e Mortari per quella parte dei loro studi che riguardano esplicitamente la formazione esperienziale. Per inserire questi autori nei dibattiti presenti il capitolo affronta in modo sistematico alcuni dei principali filoni in cui l’esperienza è stata utilizzata quale strumento per l’apprendimento (approcci che si rifanno ad autori quali Bion, Mezirow). Il presente contributo ha quindi quale scopo più specifico quello di sistematizzare i principali contributi emergenti nel contesto internazionale rispetto a teorie che vedono nell’apprendimento esperienziale quel valore aggiunto che permette alla persona di valorizzare ciò che conosce e va conoscendo attraverso situazioni formali, non formali e informali.

Apprendimento ed esperienza

FRISO, VALERIA
2014

Abstract

A partire da una concezione di apprendimento esperienziale quale approccio che assume l'esperienza come criterio ordinatore della formazione il capitolo, dopo una brevissima panoramica rispetto alle radici teoriche relativa all’apprendimento esperienziale (a partire da Dewey e Lewin), il capitolo fermerà l’attenzione ai modelli teorici sviluppati dagli anni Ottanta. Sempre nella parte iniziale sono considerati i concetti esperienza, in contrapposizione a vissuto, e i significati presenti nel dibattito scientifico di apprendimento esperienziale in contrapposizione di apprendimento dall’esperienza. All’interno di queste chiarificazioni il capitolo propone un breve accenno alle differenze tra le diverse forme di apprendimento (formale, informale, non formale). Questo contributo ha un duplice obiettivo. Da una parte si propone di presentare le principali teorie legate all’esperienza quale fattore di apprendimento, dall’altra si propone di inserire queste riflessioni in un quadro storico di teorie che si sono succedute spess senza soluzione di continuità. Il capitolo, infatti, prende in considerazione rispetto agli anni di interesse – dagli anni Ottanta ai giorni nostri – alcuni autori quali Kolb, Sennet e Mortari per quella parte dei loro studi che riguardano esplicitamente la formazione esperienziale. Per inserire questi autori nei dibattiti presenti il capitolo affronta in modo sistematico alcuni dei principali filoni in cui l’esperienza è stata utilizzata quale strumento per l’apprendimento (approcci che si rifanno ad autori quali Bion, Mezirow). Il presente contributo ha quindi quale scopo più specifico quello di sistematizzare i principali contributi emergenti nel contesto internazionale rispetto a teorie che vedono nell’apprendimento esperienziale quel valore aggiunto che permette alla persona di valorizzare ciò che conosce e va conoscendo attraverso situazioni formali, non formali e informali.
2014
Agire per apprendere nelle organizzazioni
17
38
Friso Valeria
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