Il lavoro prende le mosse dalla descrizione delle ragioni che hanno condotto negli ultimi lustri all'emersione di un diritto amministrativo europeo, a lungo negato dalla dottrina più autorevole. In particolare, dal modello dell'esecuzione indiretta - ove la Comunità si limita a "far fare" agli Stati membri - si è pervenuti di recente alla coamministrazione, modello inteso ad assicurare la titolarità della funzione amministrativa ad ambedue i livelli, comunitario e nazionale e che ha provocato da ultimo la diffusione di regole e principi uniformi nella pubblica amministrazione, agevolando in tal modo l'integrazione dei diversi sistemi amministrativi. I procedimenti amministrativi composti si pongono, in tale prospettiva, come il risvolto procedimentale di siffatto nuovo modello collaborativo e si caratterizzano per la peculiarità di svolgersi in parte a livello comunitario, in parte a livello statale, risultando preordinati alla cura di molteplici interessi. Nel capitolo quinto si trattano, infatti, i procedimenti composti nei singoli settori: nell'applicazione delle regole di concorrenza, nel settore delle biotecnologie, nell'assegnazione di un marchio di qualità ecologica, nella disciplina dei fondi strutturali ecc. Il vero elemento di rottura rispetto al passato riguarda, in particolare, la circostanza per la quale essi paiono essere basati su una interazione piuttosto che su una divisione tra i pubblici poteri, implicando il superamento della classica teoria delle due sfere, nazionale e comunitaria, ritenute a lungo giuridicamente separate. Quanto alla classificazione dei procedimenti composti nel lavoro si propone di tentare una nuova sistemazione, di tipo sostanzialistico, che tenga cioè conto del livello di partecipazione e di influenza in concreto assegnata agli Stati o alla Commissione europea, considerando in tal modo parzialmente superata la nota distinzione in procedimenti top down e bottom up. Sicchè, può agevolmente rimarcarsi come il ruolo della Commissione cresca proporzionalmente in relazione alla presenza di interessi protetti in modo particolare dal diritto comunitario, come la tutela della concorrenza, della libera circolazione, dell'ambiente. Inoltre, la continua alternanza tra livello comunitario e livello nazionale conduce alla probabilità che vengano posti in essere atti endoprocedimentali produttivi di effetti giuridici esterni: ciò comporta un indubbio problema di tutela giurisdizionale, affrontato - in un isolata pronuncia in cui prevaleva la visione sostanzialistica e si considerava autonomamente impugnabile un atto endoprocedimentale risultato determinante ai fini della decisione finale - ma non risolto in via definitiva dalla giurisprudenza comunitaria. In definitiva, l'improvvisa proliferazione di questo tipo di procedimenti ha colto l'ordinamento generale del tutto sprovvisto quanto ai mezzi di tutela giuridica, tanto per la necessità di impugnare atti endoprocedimentali, quanto per la stessa conoscibilità delle sedi in cui impugnare gli atti, di volta in volta comunitaria o nazionale.

Procedimenti amministrativi composti nel diritto comunitario

MASTRODONATO, Giovanna
2008-01-01

Abstract

Il lavoro prende le mosse dalla descrizione delle ragioni che hanno condotto negli ultimi lustri all'emersione di un diritto amministrativo europeo, a lungo negato dalla dottrina più autorevole. In particolare, dal modello dell'esecuzione indiretta - ove la Comunità si limita a "far fare" agli Stati membri - si è pervenuti di recente alla coamministrazione, modello inteso ad assicurare la titolarità della funzione amministrativa ad ambedue i livelli, comunitario e nazionale e che ha provocato da ultimo la diffusione di regole e principi uniformi nella pubblica amministrazione, agevolando in tal modo l'integrazione dei diversi sistemi amministrativi. I procedimenti amministrativi composti si pongono, in tale prospettiva, come il risvolto procedimentale di siffatto nuovo modello collaborativo e si caratterizzano per la peculiarità di svolgersi in parte a livello comunitario, in parte a livello statale, risultando preordinati alla cura di molteplici interessi. Nel capitolo quinto si trattano, infatti, i procedimenti composti nei singoli settori: nell'applicazione delle regole di concorrenza, nel settore delle biotecnologie, nell'assegnazione di un marchio di qualità ecologica, nella disciplina dei fondi strutturali ecc. Il vero elemento di rottura rispetto al passato riguarda, in particolare, la circostanza per la quale essi paiono essere basati su una interazione piuttosto che su una divisione tra i pubblici poteri, implicando il superamento della classica teoria delle due sfere, nazionale e comunitaria, ritenute a lungo giuridicamente separate. Quanto alla classificazione dei procedimenti composti nel lavoro si propone di tentare una nuova sistemazione, di tipo sostanzialistico, che tenga cioè conto del livello di partecipazione e di influenza in concreto assegnata agli Stati o alla Commissione europea, considerando in tal modo parzialmente superata la nota distinzione in procedimenti top down e bottom up. Sicchè, può agevolmente rimarcarsi come il ruolo della Commissione cresca proporzionalmente in relazione alla presenza di interessi protetti in modo particolare dal diritto comunitario, come la tutela della concorrenza, della libera circolazione, dell'ambiente. Inoltre, la continua alternanza tra livello comunitario e livello nazionale conduce alla probabilità che vengano posti in essere atti endoprocedimentali produttivi di effetti giuridici esterni: ciò comporta un indubbio problema di tutela giurisdizionale, affrontato - in un isolata pronuncia in cui prevaleva la visione sostanzialistica e si considerava autonomamente impugnabile un atto endoprocedimentale risultato determinante ai fini della decisione finale - ma non risolto in via definitiva dalla giurisprudenza comunitaria. In definitiva, l'improvvisa proliferazione di questo tipo di procedimenti ha colto l'ordinamento generale del tutto sprovvisto quanto ai mezzi di tutela giuridica, tanto per la necessità di impugnare atti endoprocedimentali, quanto per la stessa conoscibilità delle sedi in cui impugnare gli atti, di volta in volta comunitaria o nazionale.
2008
978-88-8422-760-7
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