Uno dei tratti caratterizzanti il Sessantotto è la “svolta” narrativa che ha fatto della “presa di parola” e del “partire da sé” i cardini di una rivoluzione culturale in grado di aprire uno spazio impensabile alla legittimazione scientifica della soggettività anche nella ricerca didattica. Da allora si è fatta strada un’idea “nuova” di cittadinanza aperta al mutamento sociale e volta a mettere alla prova dei fatti le parole del lessico democratico: diritti, doveri, libertà, dignità, equità, solidarietà. Sui lasciti educativi del Sessantotto questo libro posa l’attenzione. E lo fa a partire dall’analisi di cinque scritture autobiografiche di donne che hanno vissuto allora la prima giovinezza: Maura, Eugenia, Blanche, Luisa, Maria Pia. Donne che, lontane dalle tentazioni del reducismo nostalgico, scrivono il Sessantotto attraverso cinque topoi fondamentali – famiglia, relazione, sessualità, maternità e lavoro – dall’analisi dei quali è distillato un decalogo didattico utile per parlare ai giovani del passato. Ed educarli al valore della storia. L’obiettivo è di provare a delineare, attraverso l’accreditamento del nesso scrittura-didattica della storia, il racconto insegnabile di due grandi rivoluzioni, quella del Sessantotto e quella contemporanea del Covid-19, offrendo nel contempo una possibile risposta educativa al rischio di rottura del dialogo intergenerazionale che corre il nostro tempo. Il libro si rivolge a studenti e docenti e offre contenuti spendibili nel curricolo del nuovo insegnamento di Educazione civica inaugurato dalla Legge 91 del 2019.

Tessere la vita. Scrittura e sessantotto in cinque microstorie da leggere a scuola: una ricerca didattica.

Perla L.
2019-01-01

Abstract

Uno dei tratti caratterizzanti il Sessantotto è la “svolta” narrativa che ha fatto della “presa di parola” e del “partire da sé” i cardini di una rivoluzione culturale in grado di aprire uno spazio impensabile alla legittimazione scientifica della soggettività anche nella ricerca didattica. Da allora si è fatta strada un’idea “nuova” di cittadinanza aperta al mutamento sociale e volta a mettere alla prova dei fatti le parole del lessico democratico: diritti, doveri, libertà, dignità, equità, solidarietà. Sui lasciti educativi del Sessantotto questo libro posa l’attenzione. E lo fa a partire dall’analisi di cinque scritture autobiografiche di donne che hanno vissuto allora la prima giovinezza: Maura, Eugenia, Blanche, Luisa, Maria Pia. Donne che, lontane dalle tentazioni del reducismo nostalgico, scrivono il Sessantotto attraverso cinque topoi fondamentali – famiglia, relazione, sessualità, maternità e lavoro – dall’analisi dei quali è distillato un decalogo didattico utile per parlare ai giovani del passato. Ed educarli al valore della storia. L’obiettivo è di provare a delineare, attraverso l’accreditamento del nesso scrittura-didattica della storia, il racconto insegnabile di due grandi rivoluzioni, quella del Sessantotto e quella contemporanea del Covid-19, offrendo nel contempo una possibile risposta educativa al rischio di rottura del dialogo intergenerazionale che corre il nostro tempo. Il libro si rivolge a studenti e docenti e offre contenuti spendibili nel curricolo del nuovo insegnamento di Educazione civica inaugurato dalla Legge 91 del 2019.
2019
9788835103721
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