Le fonti siciliane per la storia dell’arte - in un panorama non entusiasmante per quantità e qualità - hanno concesso qualche spazio alla scultura del Rinascimento con notizie storiche, descrizioni di opere, biografie di artisti, memorie, che consentono di misurare la fortuna o sfortuna delle opere e degli scultori in marmo attivi in Sicilia tra Quattro e Cinquecento. Il percorso attraverso diverse tipologie di fonti, dalla metà del XVI secolo ai primi decenni del XIX, lascia emergere i vari atteggiamenti e approcci degli autori delle diverse epoche nei confronti della scultura. A scrivere di marmi si ritrovano letterati come Antonio Veneziano; storici, da Fazello, Baronio e Buonfiglio ad Auria e Caio Domenico Gallo; religiosi come Samperi, Mongitore e padre Fedele da San Biagio; aristocratici appassionati d’arte come il marchese di Villabianca; conoscitori come Susinno e Agostino Gallo; ma anche architetti come Amato e Hittorff e viaggiatori come Denon: divisi tra quanti solo marginalmente si interessano di scultura, quanti propongono letture simbolico letterarie e quanti invece guardano agli aspetti peculiari del fare arte e della tecnica, proponendo osservazioni stilistiche e formali, e persino applicando talvolta un vero e proprio metodo da conoscitore. Con questi ultimi, soprattutto, il nesso tra storiografia e collezionismo si fa più stretto e scrivere di marmi si lega alla pratica del collezionare.

Scrivere di marmi. La scultura del Rinascimento nelle fonti siciliane

MANCUSO, BARBARA
2017-01-01

Abstract

Le fonti siciliane per la storia dell’arte - in un panorama non entusiasmante per quantità e qualità - hanno concesso qualche spazio alla scultura del Rinascimento con notizie storiche, descrizioni di opere, biografie di artisti, memorie, che consentono di misurare la fortuna o sfortuna delle opere e degli scultori in marmo attivi in Sicilia tra Quattro e Cinquecento. Il percorso attraverso diverse tipologie di fonti, dalla metà del XVI secolo ai primi decenni del XIX, lascia emergere i vari atteggiamenti e approcci degli autori delle diverse epoche nei confronti della scultura. A scrivere di marmi si ritrovano letterati come Antonio Veneziano; storici, da Fazello, Baronio e Buonfiglio ad Auria e Caio Domenico Gallo; religiosi come Samperi, Mongitore e padre Fedele da San Biagio; aristocratici appassionati d’arte come il marchese di Villabianca; conoscitori come Susinno e Agostino Gallo; ma anche architetti come Amato e Hittorff e viaggiatori come Denon: divisi tra quanti solo marginalmente si interessano di scultura, quanti propongono letture simbolico letterarie e quanti invece guardano agli aspetti peculiari del fare arte e della tecnica, proponendo osservazioni stilistiche e formali, e persino applicando talvolta un vero e proprio metodo da conoscitore. Con questi ultimi, soprattutto, il nesso tra storiografia e collezionismo si fa più stretto e scrivere di marmi si lega alla pratica del collezionare.
2017
9788889525432
scultura, letteratura artistica, Sicilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/304030
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