Il saggio è parte del volume sugli esiti dell’Unità Operava di Reggio Calabria della ricerca PRIN2008, Rigenerazione di tracciati e di tessuti urbani marginali. Metodi, strumenti e strategie di progetto per nuove forme di abitare sostenibile, che ha visto coinvolte tre Università italiane – Mediterranea di Reggio Calabria (capofila), Roma La Sapienza, Politecnico di Milano – con l’obiettivo di indagare sul tema della rigenerazione architettonica e urbana attraverso il confronto tra le diverse realtà del Sud, Centro e Nord Italia. Il contributo specifico riflette sulla visione con la quale ci si propone di attraversare il paesaggio agrario che dilaga dal Porto di Gioia Tauro, intrecciandosi con lo sfrangiamento di tessuti urbani, per inerpicarsi sino all’Aspromonte, attraverso le piantagioni di agrumi più prossime al mare intermezzate dagli ulivi secolari che diventano unici protagonisti del paesaggio dai 200 metri s l.m. Da una parte il Porto, a Nord dello Stretto di Messina, simbolo della globalizzazione e importante Hub del Mediterraneo nel transhipment di container, polo merci internazionale proiettato solo verso mercati e logiche globali. Dall’altro il paesaggio agrario, perno economico della Piana di Gioia Tauro e della regione Calabria per l’agrumicoltura e l’olivicoltura. È tra questi due mondi che la ricerca vuole entrare e tentare di riflettere sulla possibile rigenerazione dei punti di contatto, sovrapposizione, collisione del paesaggio agrario con i tessuti edilizi marginali e l’infrastruttura del Porto. Alcune sperimentazioni progettuali e didattiche mostrano le forti potenzialità dell’agricoltura multasking, che potrebbe descrivere un nuovo palinsesto del paesaggio, nel quale lo spazio della campagna è sempre più percepito come un bene comune. Il suolo agricolo assume il significato di spazio fruibile da tutti, multifunzionale nel quale il contadino diventa attore insieme a molti altri attori. Queste potenzialità aprono a nuovi scenari progettuali che possono essere strategici solo se sviluppate come pratiche azioni spaziali, funzionali e formali. Per approfondire il rapporto tra tale paesaggio agrario della Piana di Gioia Tauro e le sue connessioni con i tessuti marginali e le infrastrutture territoriali è indispensabile comprenderne il carattere, ossia soffermarsi e indagare quegli elementi che definiscono il contenuto semantico del territorio attraverso le forme, le dimensioni, i colori, le trame e i pattern di una scena in continuo cambiamento.

GREEN CHANGE, BIG CHANCE: IL PORTO DI GIOIA TAURO E IL PAESAGGIO AGRARIO

Tornatora M.
2013-01-01

Abstract

Il saggio è parte del volume sugli esiti dell’Unità Operava di Reggio Calabria della ricerca PRIN2008, Rigenerazione di tracciati e di tessuti urbani marginali. Metodi, strumenti e strategie di progetto per nuove forme di abitare sostenibile, che ha visto coinvolte tre Università italiane – Mediterranea di Reggio Calabria (capofila), Roma La Sapienza, Politecnico di Milano – con l’obiettivo di indagare sul tema della rigenerazione architettonica e urbana attraverso il confronto tra le diverse realtà del Sud, Centro e Nord Italia. Il contributo specifico riflette sulla visione con la quale ci si propone di attraversare il paesaggio agrario che dilaga dal Porto di Gioia Tauro, intrecciandosi con lo sfrangiamento di tessuti urbani, per inerpicarsi sino all’Aspromonte, attraverso le piantagioni di agrumi più prossime al mare intermezzate dagli ulivi secolari che diventano unici protagonisti del paesaggio dai 200 metri s l.m. Da una parte il Porto, a Nord dello Stretto di Messina, simbolo della globalizzazione e importante Hub del Mediterraneo nel transhipment di container, polo merci internazionale proiettato solo verso mercati e logiche globali. Dall’altro il paesaggio agrario, perno economico della Piana di Gioia Tauro e della regione Calabria per l’agrumicoltura e l’olivicoltura. È tra questi due mondi che la ricerca vuole entrare e tentare di riflettere sulla possibile rigenerazione dei punti di contatto, sovrapposizione, collisione del paesaggio agrario con i tessuti edilizi marginali e l’infrastruttura del Porto. Alcune sperimentazioni progettuali e didattiche mostrano le forti potenzialità dell’agricoltura multasking, che potrebbe descrivere un nuovo palinsesto del paesaggio, nel quale lo spazio della campagna è sempre più percepito come un bene comune. Il suolo agricolo assume il significato di spazio fruibile da tutti, multifunzionale nel quale il contadino diventa attore insieme a molti altri attori. Queste potenzialità aprono a nuovi scenari progettuali che possono essere strategici solo se sviluppate come pratiche azioni spaziali, funzionali e formali. Per approfondire il rapporto tra tale paesaggio agrario della Piana di Gioia Tauro e le sue connessioni con i tessuti marginali e le infrastrutture territoriali è indispensabile comprenderne il carattere, ossia soffermarsi e indagare quegli elementi che definiscono il contenuto semantico del territorio attraverso le forme, le dimensioni, i colori, le trame e i pattern di una scena in continuo cambiamento.
2013
978-88-67640-45-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/11037
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