Nel passato la storia dell'educazione ha significato prevalentemente delle idee e del dibattito; allo stesso modo la storia delle istituzioni scolastiche ha privilegiato i dati di carattere nazionale e le vicende legislative della pubblica istruzione. Oggi, al contrario, si avverte la necessità di realizzare una storia dell'educazione che abbia un carattere sociale e una storia della scuola che scaturisca dalle diverse forme e esperienze di istruzione locale. Viene così a delinearsi una nuova ipotesi metodologica, quella dell'applicazione della ricerca microstorica alla storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche, che consente di far riemergere la vita scolastica quale era nei diversi ambiti: regionali, provinciali e comunali. In tale direzione si colloca questo saggio, che costituisce un'indagine campione svolta in un ben precisato contesto storico (la seconda metà dell'Ottocento) e geografico (la piccola cittàdi Piombino e il territorio ad essa circostante, la Val di Cornia). Viene qui ricostruito, attraverso una documentazione inedita, un quadro reale dell'istruzione di base: i rapporti gerarchici che intercorrevano tra autorità comunali e maestri e tra questi e i loro scolari, la connessione tra evasione dall'obbligo e lavoro agricolo minorile, i primi paternalistici tentativi di alfabetizzazione degli adulti e la sostanziale diversità (di grado e di qualità) dell'istruzione femminile, le carenze strutturali della scuola, dal problema dell'edilizia a quello dell'arredamento e degli strumenti didattici. Si ritrovano nella piccola realtà piombinese, espressi a misura d'uomo, quelli che sono stati i nodi più gravi della scuola primaria italiana nel periodo postunitario.

Gonfalonieri, maestri e scolari in Val di Cornia / S. ULIVIERI. - STAMPA. - (1985).

Gonfalonieri, maestri e scolari in Val di Cornia

ULIVIERI, SIMONETTA
1985

Abstract

Nel passato la storia dell'educazione ha significato prevalentemente delle idee e del dibattito; allo stesso modo la storia delle istituzioni scolastiche ha privilegiato i dati di carattere nazionale e le vicende legislative della pubblica istruzione. Oggi, al contrario, si avverte la necessità di realizzare una storia dell'educazione che abbia un carattere sociale e una storia della scuola che scaturisca dalle diverse forme e esperienze di istruzione locale. Viene così a delinearsi una nuova ipotesi metodologica, quella dell'applicazione della ricerca microstorica alla storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche, che consente di far riemergere la vita scolastica quale era nei diversi ambiti: regionali, provinciali e comunali. In tale direzione si colloca questo saggio, che costituisce un'indagine campione svolta in un ben precisato contesto storico (la seconda metà dell'Ottocento) e geografico (la piccola cittàdi Piombino e il territorio ad essa circostante, la Val di Cornia). Viene qui ricostruito, attraverso una documentazione inedita, un quadro reale dell'istruzione di base: i rapporti gerarchici che intercorrevano tra autorità comunali e maestri e tra questi e i loro scolari, la connessione tra evasione dall'obbligo e lavoro agricolo minorile, i primi paternalistici tentativi di alfabetizzazione degli adulti e la sostanziale diversità (di grado e di qualità) dell'istruzione femminile, le carenze strutturali della scuola, dal problema dell'edilizia a quello dell'arredamento e degli strumenti didattici. Si ritrovano nella piccola realtà piombinese, espressi a misura d'uomo, quelli che sono stati i nodi più gravi della scuola primaria italiana nel periodo postunitario.
1985
150012
S. ULIVIERI
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