INTRODUZIONE Per disfunzione erettile si intende l'incapacità a raggiungere o a mantenere una erezione sufficente a compiere un rapporto sessuale in maniera soddisfacente. La disfunzione eret¬tile persistente non è mai, come molti pensano, un evento "normale" legato all'età del paziente. Circa il 10% della popolazione maschile adulta ha problemi di disfunzione eret¬tile. Molteplici sono le cause di difunzione erettile: l'ipertensione, diabete, arteriosclersi, disfunzioni venose, disfunzioni nervose, alcolismo ed epatopatie croniche, insufficienza renale, cause farmacologiche, malattia di La Peyronie, patologie midollari, traumi genitali, patologie endocrine, patologie neoplastiche e chirurgia demolitiva per neoplasia, ansia e fattori emozionali, problemi familiari e di vita di relazione. Tutte queste cause di disfun¬zione erettile hanno un effettivo trattamento e molti pazienti riprendono la loro attività ses¬suale dopo una corretta diagnosi ed adeguato trattamento. Se da un lato la farmacologia ha dato un notevole contributo nella terapia della disfun¬zione erettile, dall'altra ha consentito di riconoscere i pazienti "non responder" e di sele¬zionarli per una possibile terapia chirurgica nella quale la protesi peniena gonfiabile rap¬presenta, a nostro avviso, il presidio terapeutico più adatto. MATERIALI EMETODI Dall' agosto 96 ad oggi abbiamo sottoposto ad impianto protesico penieno 15 pazienti affetti da disfunzione erettile organica di cui 8 diabetici insulino dipendenti. L'età dei pazienti variava da 45 a 74 anni (età media 63 aa). La diagnosi di disfunzione erettile orga¬nica è stata posta in seguito ad accurata anamnesi, dosaggi ormonali, esami ematochimici, ed eco color doppler dinamico eseguito dopo iniezione di solo Alprostadil da 20 mcg. o in associazione a papaverina, sempre con VSS. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a monitoraggio dell'erezione notturna con Rigiscan Plus per 3 notti consecutive ed a valutazione psicologica. Abbiamo impiantato sempre protesi idrauliche: in due pazienti protesi tri componenti Alfa 1 Mentor. In 6 pazienti AMS 700 CX, (3 di questi pazienti erano affetti anche da IPP ed 1 paziente era portatore di impianto protesico semirigido), in 5 AMS Ultrex pre-connessa ed in 2 pazienti precedentemente sottoposti a cistectomia radicale e ricostruzione con neovescica ileale ortotopica, protesi idraulica Ambicor AMS. La scelta delle due componenti è stata dettata dal rischio di ledere la neovescica durante il posizionamento del serbatoio. Tredici impianti sono stati posizionati con tecnica di Wilson, con accesso penoscrotale, 3 con accesso infrapubico sec. Williams. In pazienti affetti da IPP con recurvatum abbiamo ese¬guito la manovra di Wilson per raddrizzare il pene. È stato sempre adoperato il retrattore di Scott e i dilatatori di Brooks per dilatare i corpi cavernosi. In caso di fibrosi del tessuto spongioso e nei 3 pazienti affetti da malattia di La Peyronie, abbiamo adottato un dilata¬tore di nostra concezione, simile per morfologia a quello di Brooks ma con superficie resa abrasiva da zigrinature longitudinali e circolari . RISULTATI La terapia antibiotica a largo spettro ha evitato in tutti i casi complicanze infettive. Man¬tenendo il pene in modesta erezione per 12 ore e applicando un bendaggio semi-com¬pressivo in nessun paziente si è verificato sanguinamento postoperatorio. Tutti i pazienti sono stati dimessi in seconda giornata. Il training di apprendimento del funzionamento della protesi variava in rapporto all'età ed alla manualità del paziente con relative mag¬giori difficoltà nei pazienti più anziani. Tutti comunque sono stati in grado di utilizzare correttamente l'impianto nell'arco di 30 gg. Nel primo impianto abbiamo avuto un decubito della pompa che ne ha reso necessaria la sostituzione In un altro caso si è registrato un malfunzionamento per danneggiamento dei connettori che ha portato alla sostituzione completa della protesi. Nei pazienti affetti da IPP la manovra di Wilson ha comunque consentito una correzione più o meno totale. Ad un anno di distanza si è registrato un elevato grado di soddisfazione da parte del paziente e della partner. DISCUSSIONE Di fronte a pazienti nei quali la terapia medica risulta inefficace o male accettata la pro¬tesi peniena offre sicuramente una valida alternativa terapeutica alla disfunzione erettile grazie, anche, alla relativa semplicità della procedura operatoria, alla possibilità di ese¬guire l'intervento in anestesia epidurale, alla qualità dei prodotti utilizzati e alle tecniche chirurgiche che hanno raggiunto livelli tali da offrire garanzie di successo. Una limita¬zione è ancora una certa diffidenza e/o una scarsa motivazione. Gli Autori raccomandano pertanto una accurata selezione dei pazienti e una dettagliata informazione della coppia. Ad oggi possiamo concludere che grazie all'impianto protesico, la disfunzione erettile è curabile nel 100% dei casi.

L'IMPIANTO PROTESICO IDRAULICO NELLA DISFUNZIONE ERETTILE ORGANICA: NOSTRA ESPERIENZA / G. Morelli; N. Fontana; C. Traversi; S.Pampaloni; A. Minervini; M. Notaro; R. Minervini.. - STAMPA. - Atti del V Convegno Regionale A.UR.O Toscana:(1998), pp. 75-76. (Intervento presentato al convegno V Congresso Regionale AURO Toscana tenutosi a Lucca nel 14 Novembre).

L'IMPIANTO PROTESICO IDRAULICO NELLA DISFUNZIONE ERETTILE ORGANICA: NOSTRA ESPERIENZA.

MINERVINI, ANDREA;
1998

Abstract

INTRODUZIONE Per disfunzione erettile si intende l'incapacità a raggiungere o a mantenere una erezione sufficente a compiere un rapporto sessuale in maniera soddisfacente. La disfunzione eret¬tile persistente non è mai, come molti pensano, un evento "normale" legato all'età del paziente. Circa il 10% della popolazione maschile adulta ha problemi di disfunzione eret¬tile. Molteplici sono le cause di difunzione erettile: l'ipertensione, diabete, arteriosclersi, disfunzioni venose, disfunzioni nervose, alcolismo ed epatopatie croniche, insufficienza renale, cause farmacologiche, malattia di La Peyronie, patologie midollari, traumi genitali, patologie endocrine, patologie neoplastiche e chirurgia demolitiva per neoplasia, ansia e fattori emozionali, problemi familiari e di vita di relazione. Tutte queste cause di disfun¬zione erettile hanno un effettivo trattamento e molti pazienti riprendono la loro attività ses¬suale dopo una corretta diagnosi ed adeguato trattamento. Se da un lato la farmacologia ha dato un notevole contributo nella terapia della disfun¬zione erettile, dall'altra ha consentito di riconoscere i pazienti "non responder" e di sele¬zionarli per una possibile terapia chirurgica nella quale la protesi peniena gonfiabile rap¬presenta, a nostro avviso, il presidio terapeutico più adatto. MATERIALI EMETODI Dall' agosto 96 ad oggi abbiamo sottoposto ad impianto protesico penieno 15 pazienti affetti da disfunzione erettile organica di cui 8 diabetici insulino dipendenti. L'età dei pazienti variava da 45 a 74 anni (età media 63 aa). La diagnosi di disfunzione erettile orga¬nica è stata posta in seguito ad accurata anamnesi, dosaggi ormonali, esami ematochimici, ed eco color doppler dinamico eseguito dopo iniezione di solo Alprostadil da 20 mcg. o in associazione a papaverina, sempre con VSS. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a monitoraggio dell'erezione notturna con Rigiscan Plus per 3 notti consecutive ed a valutazione psicologica. Abbiamo impiantato sempre protesi idrauliche: in due pazienti protesi tri componenti Alfa 1 Mentor. In 6 pazienti AMS 700 CX, (3 di questi pazienti erano affetti anche da IPP ed 1 paziente era portatore di impianto protesico semirigido), in 5 AMS Ultrex pre-connessa ed in 2 pazienti precedentemente sottoposti a cistectomia radicale e ricostruzione con neovescica ileale ortotopica, protesi idraulica Ambicor AMS. La scelta delle due componenti è stata dettata dal rischio di ledere la neovescica durante il posizionamento del serbatoio. Tredici impianti sono stati posizionati con tecnica di Wilson, con accesso penoscrotale, 3 con accesso infrapubico sec. Williams. In pazienti affetti da IPP con recurvatum abbiamo ese¬guito la manovra di Wilson per raddrizzare il pene. È stato sempre adoperato il retrattore di Scott e i dilatatori di Brooks per dilatare i corpi cavernosi. In caso di fibrosi del tessuto spongioso e nei 3 pazienti affetti da malattia di La Peyronie, abbiamo adottato un dilata¬tore di nostra concezione, simile per morfologia a quello di Brooks ma con superficie resa abrasiva da zigrinature longitudinali e circolari . RISULTATI La terapia antibiotica a largo spettro ha evitato in tutti i casi complicanze infettive. Man¬tenendo il pene in modesta erezione per 12 ore e applicando un bendaggio semi-com¬pressivo in nessun paziente si è verificato sanguinamento postoperatorio. Tutti i pazienti sono stati dimessi in seconda giornata. Il training di apprendimento del funzionamento della protesi variava in rapporto all'età ed alla manualità del paziente con relative mag¬giori difficoltà nei pazienti più anziani. Tutti comunque sono stati in grado di utilizzare correttamente l'impianto nell'arco di 30 gg. Nel primo impianto abbiamo avuto un decubito della pompa che ne ha reso necessaria la sostituzione In un altro caso si è registrato un malfunzionamento per danneggiamento dei connettori che ha portato alla sostituzione completa della protesi. Nei pazienti affetti da IPP la manovra di Wilson ha comunque consentito una correzione più o meno totale. Ad un anno di distanza si è registrato un elevato grado di soddisfazione da parte del paziente e della partner. DISCUSSIONE Di fronte a pazienti nei quali la terapia medica risulta inefficace o male accettata la pro¬tesi peniena offre sicuramente una valida alternativa terapeutica alla disfunzione erettile grazie, anche, alla relativa semplicità della procedura operatoria, alla possibilità di ese¬guire l'intervento in anestesia epidurale, alla qualità dei prodotti utilizzati e alle tecniche chirurgiche che hanno raggiunto livelli tali da offrire garanzie di successo. Una limita¬zione è ancora una certa diffidenza e/o una scarsa motivazione. Gli Autori raccomandano pertanto una accurata selezione dei pazienti e una dettagliata informazione della coppia. Ad oggi possiamo concludere che grazie all'impianto protesico, la disfunzione erettile è curabile nel 100% dei casi.
1998
ATTI DEL V CONVEGNO REGIONALE A.UR.O. TOSCANA
V Congresso Regionale AURO Toscana
Lucca
G. Morelli; N. Fontana; C. Traversi; S.Pampaloni; A. Minervini; M. Notaro; R. Minervini.
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