Per circa quarantacinque anni la NATO è stata il pilastro della sicurezza occidentale e un elemento simbolico chiave nella costruzione della sua identità. Nata all’inizio degli anni Cinquanta, essa è pensata, in origine, come il braccio militare dell’Alleanza Atlantica, firmata nel 1949 per ‘promuovere la stabilità e il benessere nell'area del Nord Atlantico’ e ‘salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà’ delle parti contraenti (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Paesi Bassi, Regno Unito, e Stati Uniti) sulla base dei principi ‘della democrazia, della libertà individuale e dello stato di diritto’. Da questo punto di vista, l’Alleanza si proponeva come molto più che un ‘semplice’ strumento militare e assumeva i tratti di quella che il ministro degli Esteri britannico, Ernest Bevin, avrebbe definito una ‘federazione spirituale dell’Occidente (‘a spiritual federation of the West’: 1947). Con la fine della Guerra fredda questa narrazione si è fatta sempre più contestata. La fine della minaccia sovietica e l’allargamento della membership dell’Alleanza agli ex Paesi del Patto di Varsavia ha diluito gradualmente il concetto di ‘Occidente’ ed esteso i suoi confini fino a ridossi di quelli del suo ex arcinemico. Parallelamente, mentre la politica statunitense spostava la sua attenzione verso nuovi teatri, hanno iniziato a emergere attriti tra gli altri membri ‘storici’ riguardo al ruolo future e alla rilevanza della NATO in un ambiente strategico in costante evoluzione. Il ruolo che le missioni fuori area sono venute a svolgere dalla metà degli anni Novanta ha favorito questo dibattito e ha aperto la strada all’idea di una ‘NATO globale’, inclusa in un reticolo di partnership mondiali ufficializzato nel Concetto Strategico dell'Alleanza adottato a Lisbona nel 2010. Oggi la NATO può contare su nove ‘partners across the globe’ estesi dalla Colombia all’Australia, su quattro nel quadro dell’Iniziativa di cooperazione di Istanbul (ICI), susette in quello del Dialogo mediterraneo e su venti (Russia compresa) in quello dell’Euro-Atlantic Partnership Council. Tuttavia, questa dilatazione in termini geografici non sembra essere riuscita a fornire all'Alleanza una nuova – e credibile – ragion d’essere. L'enfasi posta negli ultimi anni sulla sua dimensione militare sembra, anzi, testimoniare i problemi che i suoi membri incontrano nel definire un progetto politico comune. Non sorprende che l'inizio della crisi ucraina, nel 2014, abbia favorito il ritorno alla ‘vecchia’ postura basata sui due pilastri della deterrenza e della difesa: un ‘ritorno al passato’ che maschera la tensione che esiste fra la struttura sempre più ‘globale’ dell’Alleanza e l’orientamento atlantico e ‘occidentale’ che sottende al suo progetto politico di fondo.

Pastori, G., Dall’Occidente al mondo. L’evoluzione dell’Alleanza Atlantica fra dimensione politica e militare, in Berrettini, M., Borsani, G., Castagnino Berlinghieri, U., Pastori, G. (ed.), Storia e politica. Studi in onore di Massimo de Leonardis, Le Lettere, Firenze 2022: 103- 133 [https://hdl.handle.net/10807/226388]

Dall’Occidente al mondo. L’evoluzione dell’Alleanza Atlantica fra dimensione politica e militare

Pastori, Gianluca
2022

Abstract

Per circa quarantacinque anni la NATO è stata il pilastro della sicurezza occidentale e un elemento simbolico chiave nella costruzione della sua identità. Nata all’inizio degli anni Cinquanta, essa è pensata, in origine, come il braccio militare dell’Alleanza Atlantica, firmata nel 1949 per ‘promuovere la stabilità e il benessere nell'area del Nord Atlantico’ e ‘salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà’ delle parti contraenti (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Paesi Bassi, Regno Unito, e Stati Uniti) sulla base dei principi ‘della democrazia, della libertà individuale e dello stato di diritto’. Da questo punto di vista, l’Alleanza si proponeva come molto più che un ‘semplice’ strumento militare e assumeva i tratti di quella che il ministro degli Esteri britannico, Ernest Bevin, avrebbe definito una ‘federazione spirituale dell’Occidente (‘a spiritual federation of the West’: 1947). Con la fine della Guerra fredda questa narrazione si è fatta sempre più contestata. La fine della minaccia sovietica e l’allargamento della membership dell’Alleanza agli ex Paesi del Patto di Varsavia ha diluito gradualmente il concetto di ‘Occidente’ ed esteso i suoi confini fino a ridossi di quelli del suo ex arcinemico. Parallelamente, mentre la politica statunitense spostava la sua attenzione verso nuovi teatri, hanno iniziato a emergere attriti tra gli altri membri ‘storici’ riguardo al ruolo future e alla rilevanza della NATO in un ambiente strategico in costante evoluzione. Il ruolo che le missioni fuori area sono venute a svolgere dalla metà degli anni Novanta ha favorito questo dibattito e ha aperto la strada all’idea di una ‘NATO globale’, inclusa in un reticolo di partnership mondiali ufficializzato nel Concetto Strategico dell'Alleanza adottato a Lisbona nel 2010. Oggi la NATO può contare su nove ‘partners across the globe’ estesi dalla Colombia all’Australia, su quattro nel quadro dell’Iniziativa di cooperazione di Istanbul (ICI), susette in quello del Dialogo mediterraneo e su venti (Russia compresa) in quello dell’Euro-Atlantic Partnership Council. Tuttavia, questa dilatazione in termini geografici non sembra essere riuscita a fornire all'Alleanza una nuova – e credibile – ragion d’essere. L'enfasi posta negli ultimi anni sulla sua dimensione militare sembra, anzi, testimoniare i problemi che i suoi membri incontrano nel definire un progetto politico comune. Non sorprende che l'inizio della crisi ucraina, nel 2014, abbia favorito il ritorno alla ‘vecchia’ postura basata sui due pilastri della deterrenza e della difesa: un ‘ritorno al passato’ che maschera la tensione che esiste fra la struttura sempre più ‘globale’ dell’Alleanza e l’orientamento atlantico e ‘occidentale’ che sottende al suo progetto politico di fondo.
2022
Italiano
Storia e politica. Studi in onore di Massimo de Leonardis
978 88 9366 288 8
Le Lettere
Pastori, G., Dall’Occidente al mondo. L’evoluzione dell’Alleanza Atlantica fra dimensione politica e militare, in Berrettini, M., Borsani, G., Castagnino Berlinghieri, U., Pastori, G. (ed.), Storia e politica. Studi in onore di Massimo de Leonardis, Le Lettere, Firenze 2022: 103- 133 [https://hdl.handle.net/10807/226388]
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