Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 94", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\094 (1790), S. 750-756, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2657 [aufgerufen am: ].


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Num. 94.

Mercordì 24. Novembre 1790

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Sonetto
Al Merito impareggiabile della Celebre Danzatrice Signora
Carolina Pitrot

Ballando la Stessa nel Nobile Teatro Obizzo l’Autunno
Dell’Anno 1790.

Nè cetra fiavi, che di te risoni

Agile Ninfa in quest’ingrate arene?

Nè sien serbati delle Muse i doni

Oggi che al canto sull’Euganee Scene?

Pur le lingue e le palme al plauso sproni,

Pur più dotto il tuo piede ognor diviene,

Pur vago il corpo sopra lui componi,

Pure una Grazia ogn’atto tuo contiene.

E quella sei, che in altri lidi e in questi

Ripetuto da Pindo il tuo bel nome

Fra la gioja comun scender vedesti.

Ed or muto ei starà? Può Invidia tanto?

Nò, ciò non sia. Già drizza a me le chiome

Sacro furor, già ti rivolgo il canto.

Un’Anonimo Ammiratore. ◀Ebene 3

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In risposta al Sonetto dellAnonimo Ammiratore della Signora
Carolina Pitrot Celebre Danzatrice
Sonetto difensivo.

Dunque Messer Francesco a tante belle,

Che sebben nulla a lui piacquero a tanti,

Dirassi ingrato, perchè non a quelle,

Ma a Laura sol drizzò suoi dolci canti?

Dunque invidioso fu del Sesso imbelle

Colui, che sol cantò gli Eroi pugnanti?

Dunque livor nudrì contro d’Apelle

Chi con rime encomiò di Fidia i vanti?

L’Estro de’Vati il genio lor seconda,

Passion lo guida, voluttà lo mena,

Come spinge Aquilon l’instabil onda.

Dunque a torto l’Anonimo si duole

Di chi cantò sol l’immortal Sirena.

L’agile Ninfa canti lui se vuole. ◀Ebene 3

Il seguente Manifesto fu stampato e dispensato in Foglio volante.

Agli Amatori della Fisica, e della Chimica

Vicenzo Dandolo Chimico Veneto.

La Chimica oggidì va con passo rapido a investigare e svolgere entro le viscere della natura verità importanti e sublimi.

Questa offre allo spirito umano uno de’più interessanti trattenimenti, e da essa grandi utilità traggono quasi tutte le Arti e le Scienze. Mentre la dotta Europa al presente forma di essa uno de’suoi studj principali, ella è cosa degna di osservazione che l’Italia sia priva di un elementare trattato di Chimica in cui a comodo universale si vedano raccolti i principj di questa Scienza colle viste e scoperte tutte de’più celebri moderni Chimici, che la dirigono di mano in mano al più alto grado di perfezione.

Non minore sorpresa poi fra uomini di dottrina e di senno desterà certamente lo scorgere che taluno ultimamente siasi dato il pensiero di recar dalla Francesce nell’Italiana loquela il solo Catalogo, e questo anche notabilmente inesatto ed incompleto, di tutte le nuove parole istituite ed abbracciate da’moderni Chimici di Francia, ossia il Metodo di Nomenclatura Chimica escito in luce a Parigi nell’anno 1787., senza riflettere, che quando nell’Italiana fa-[751]vella non esistano espressi i nuovi fatti e le nuove idee che costituiscono la Scienza nuova discussa e sviluppata nelle opere Francesi, rendesi affatto superfluo il solo metodo di Nomenclatura che le accenna.

Credendo io dunque di far cosa grata all’Italia, m’accingo a presentarle nella sua lingua con tutta l’esattezza possibile tradotto un corso elementare di Chimica il più completo che finora siasi veduto, quello cioè dell’immortale Lavoisier, l’anno scorso escito in luce a Parigi, opera che fece ammutolire tutti i suoi emuli, e trasse a sè l’ammirazione di tutti i dotti.

Quest’opera originale e sublime, unica nel suo genere, ed utile ad ogni sfera di uomini intelligenti, verrà stampata da Antonio Zatta e Figlj Stampatori e Libraj al Traghetto di S. Barnaba con quella diligenza e nitidezza che è propria di quella Tipografia.

Questa edizione Italiana sarà da me corredata, oltre le istruzioni che avrò dall’Autore, della spiegazione delle voci col confronto delle radici greche su cui i Francesi istituirono la maggior parte de’loro vocaboli; e per renderla vieppiù facile a ciascuno nella percezione di tutti i calcoli che contiene, vi saranno da me aggiunte alcune annotazioni comprendenti il più semplice ed il più facile schiarimento sopra ad ogni punto.

Comprenderà ella pure tutte le tavole della nuova Nomenclatura, e de’sali neutri, colla più semplice spiegazione onde a colpo d’occhio scorgere si possa il modo d’ottenere tutti i numerosi acidi finora conosciuti.

Annessa vi sarà tutta la serie di Tavole in Rame rappresentanti Macchine, Vasi, Fornelli ec. ec. la maggior parte de’quali è di costruzione affatto nuova all’Italia; e finalmente vi saranno aggiunte, per corona dell’opera, le Tavole comprendenti il nuovo sistema de’caratteri Chimici adattati ai termini della nuova Nomenclatura, composte dai celebri Chimici Hassenfratz, ed Adet.

L’opera sarà divisa in due grossi Volumi in ottavo, il primo de’quali verrà in luce nel Giugno prossimo venturo 1791., ed il secondo nell’Ottobre susseguente.

Escirà in appresso un terzo Volume, e conterrà la scelta di quanto di migliore avranno pubblicato i Chimici di Francia, d’Inghilterra ec. ec. negli anni 1789. 1790. 1791.

Al summentovato Stampatore io lascio il pensiero di fissare il prezzo di quest’opera e di ricevere le associazioni che porterà il divisato non grandissimo numero di esemplari, non volendo io alcun interesse fuorchè quello d’aspirare al pubblico compatimento.

Nel Novembre dell’anno 1790.

Al termine della Estesa della Signora Marinoni si ommise per errore nel precedente Foglio l’avviso del proseguimento della Causa ch’ora si dà nel presente.

Fu intimata l’Estesa al Sig. Ceroni contro cui corse citaz. per il 4to e se ne diede notizia al N. H. Avversario.

Agli 8. Agosto fu esaudita dallo stesso Magistrato la Supplica della Sig. Marinoni per esser eletta tutrice e curatrice dell’Orfano onde aver facoltà di poter per nome del medesimo agire in Giudizio.

A’23. dello stesso mese assunse Giudizio in sè per il Sig. Ceroni il N. H. Giacomo Foscarini qu. Sebastian Kav. e si citò l’Interv. della Marinoni per depennazione della sua Estesa.

A’3. Settembre dopo due Costituti della Tutrice fece essa citare per depennazione del Costituto d’assunzion di Giudizio Avversario. Ebbe a’4. parola Avversaria di deputar, e seguì lo stesso giorno la di lei deputazione di Causa di volontà.

In Costituto de’10. stesso è detto [752] “che allora quando espressamente e fuori di qualunque equivoco si dichiari, che da quanto viene macchinato e proposto con l’Estesa ec. non sarà mai desunto vantaggio alcuno per portar al N. H. Costituente alcuna molestia, sarà esso pronto a rimovere la praticata assunzione di Giudizio, altrimenti ec.”

S’è risposto a’17. “Che le direzioni della Tutrice sono tendenti a ritrovar prima la madre, e poi il padre del Pupillo; che nelle amplissime riserve verificabili in altro separato Giudizio, nel qual sarà proposta la filiazione paterna in confronto di chi si crederà di aver prove legali, nel qual Giudizio averà l’impetito libere le sue difese, ed ogni pretesa eccezione.”

Seguì nello stesso giorno Spedizione absente dagli Onorandi Giudici di Petizion a favore della Tutrice onde restò depennato il Costituto d’assunzion di Giudizio come insidioso & irregolare.

A’22. mese stesso fu segnata l’Appellazione per il N. H. assuntor di Giudizio al Magistrato degli Auditori Vecchj delle Sentenze. Seguirono Scritture ed altri Costituti prò e contra; non fu esaudita la Supplica della Tutrice per il Lievo di Sospensione dell’appellata Spedizione absente; seguì l’Intromissione a’19. Ottobre, e nel giorno segnato nel precedente di questi Foglj trattata la Causa ebbe il riferito Spazzo di Laudo favorevole alla Tutrice con cui si ratificò la depennazione del Costituto d’assunzion di Giudizio.

Brescia 21. Novembre 1790.

“Sen parte questa sera l’Eccell. Albrizzi nostro amabilissimo Rappresentante, che tanto gloriosamente ha terminato questo suo Reggimento di Cap. e Vice Podestà; gli succede l’Eccell. N. H: Odoardo Collalto.

Certo Sig. Francesco Benedetti detto Tiofolo innamorato a perdizione di una giovane chiamata Margherita Baggiana, nè volendo questa più saperne del detto Tioffolo divenuto scarso di numerario, l’attese jeri l’altro fuori la porta Pile mentre andava ad un Ronco colà invitata da altra persona, e giunta dietro le mura del Castello, luogo rimoto, trovò ivi appiattato il Tioffolo quale dato di mano ad un coltello glielo immerse nella gola spietatamente lasciandola ivi morta inondata nel proprio sangue, e per quello si dice abbia anche avuto la bontà di levarle l’oro che aveva al collo. Sono con la più distinta stima ec.”

In altra Lettera della medesima data si narra questo atroce delitto con diversità di circostanze. È detto “Che una povera giovine di età tenera fu condotta da una vecchia fuori della nominata porta all’Osteria del Carrattone ove trovò il suo amoroso. Che fatta con lui merenda passò poi a passeggiare con esso, e che giunti alla Posterla fu ivi l’infelice da lui scannata, e dall’infame vecchia spogliata di quel poco che aveva, dopo cui fuggì coll’inumano uccisore.

Contengonsi nella Lettera istessa due date de’14. e de’20. corrente gloriose Provvisore Valozi, che scoprì un deposito di butiro mentre la popolazione non ne trovava, e lo fece dispensare a’poveri per carità. Li Formaggieri, che n’erano gl’incettatori, furono in oltre trovati rei nella qualità della carta di molto peso, contrario alla Legge, e fu questa fatta abbruciare nella Pubblica Piazza per mano de’Birri.

Padova 21. Novembre 1790.

“Io vi promisi le sincere notizie del proseguimento dell’Opera in questo Teatro Obizzi; queste le avete avute, e so, che vi è noto, che tanto alla Marchetti, che alla Pitrot si sono fatte dimostrazioni di Sonetti, e spargimento discreto di Colombi in [753] Parterre, e vi è noto, che l’una, e l’altra ha avuto dai rispettivi anonimi ammiratori il suo Elogio in ricchi, e maestosi ricami. Tutto questo il sapere, e sol vi resta ad essere al fatto del glorioso termine di questo Dramma, che si cantò jer sera per l’ultima volta con quel medesimo generale applauso, col quale cominciò, e proseguì. Si riserbarono appunto jer sera gli ammiratori del Tenore Babini a spandere fra gli evviva universali, le pubbliche loro acclamazioni. Mille copie dei Poetici componimenti, che troverete in Posta alla vostra direzione, scortati da bianchi Colombi piovvero ripartitamente in questo Teatro illuminato a giorno ogni volta, che si presentò egli a cantar le sue arie, e questi gli vennero anticipatamente offerti con grandiose frangie d’argento, e oro sopra una Guantiera d’Argento, nella quale vedesi inciso a bulino WB. ciò Viva Babini. Fu per tanto continuo per esso l’applauso, e n’ebbe la Marchetti ancora la sua giusta parte.

Il Quartetto dei primi Ballerini nel secondo Ballo, che è sempre piaciuto, si dovette ripetere a furore di palme, e la Pitrot ne riscosse fra gli altri il meritato elogio.

Ecco soddisfatto al mio impegno. Io sono sempre colla solita affettuosa stima ec.”

Da chi l’ha ricevuta comunicata ci fu questa Lettera unitamente alle due stampate Composizioni in lode del Sig. Babini.

Una è intitolata: Dialogo, steso sul momento, di Luca e Grisogono pessimi Poeti Drammatici. Non potendo collocarlo in questo Foglio per la sua lunghezza diamo luogo al solo Sonetto, ch’è l’altro accennato Componimento.

All’incomparabile Cantore
il Signor
Matteo Babbini
benemerito inventore, e direttoe dello spettacolo
rappresentato nel teatro Obizzi in Padova
l’Autunno dell’anno 1790.

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Sonetto

Con quel divino inimitabil canto,

Atto a rapir l’istesse achèe Sirene,

Tu puoi sù le notturne Itale Scene

Destare a tuo piacer la gioja, e il pianto.

Nè il solo è questo, nè il maggior tuo vanto:

Le tue maniere di dolcezza piene,

Che non viddero mai Roma, od Atene

Formano un nuovo sovrumano incanto.

Per tanti pregi, al rio livor già infesti,

Della Gloria al confin, dov’uom mortale

Giammai non giunse, o gran Cantor, giungesti.

Ma l’animar del tuo Genio immortale

Gli esterni oggetti ancor, pregi son questi,

Che ti rendon, Babbini, ai Numi eguale. ◀Ebene 3

[754] Teatri.

Fu della più estraordinaria ed affannosa pienezza il concorso alla prima recita dell’avvisata tragica rappresentazione Il Convito, che diedesi l’altr’jeri nel Teatro a San Gio. Grisostomo. Il grido delle decorazioni, l’errore divulgato nel nome dell’Autore, chiamarono un sì strepitoso concorso. Sono inevitabili in simili incontri delle soperchierie autorizzate dal privilegio della maschera, che deludono le precauzioni di que’che mandano ad assicurarsi de’buoni posti. Per ciò molti tornarono indietro, ed altri contentarsi dovettero di sedere nelle ultime file vicine alla porta della Platea ove la calca produsse un romore incessante da far perdere almeno la metà delle recitate parole. A questi inconvenienti attribuiscasi la nostra impossibilità di aver potuto raccogliere attentamente il filo dell’azione per informarne i leggitori di questo Foglio, come da noi si suol fare. Potremmo dare una descrizione mancante, e render conto di ciò che si potè intendere, ma è meglio riserbarsi a farlo con sicurezza ed integrità dopo averla udita in buon sito, e senza disturbi.

L’esito fu felicissimo. Frequenti applausi tra gli atti, dopo ognun d’essi, e nel fine della Rappresentazione. Si vollero gli Attori in iscena a ricevere i consueti strepitosi attestati del pubblico aggradimento, e dopo loro l’Autore, ch’è il Signor Valli Fiorentino di cui sono in luce alcune Opere di materie criminali.

Piacquero le scene, le decorazioni, il vestiario, ed è probabile che molte repliche, e la continuazione di gran concorso, compensino questa Comica Compagnia delle sue spese, e fatiche, come veramente merita per lo studio incessante con cui proccura d’affezionarsi il Pubblico presentandogli sì spesso qualche cosa si nuovo.

L’Opera con cui s’apre questa sera il Nobilissimo Teatro a S. Benedetto, è l’Olimpiade posta in musica dal celebre Sig. Maestro Domenico Cimarosa. Attori. Clistene. Il Sig. Giuseppe Forlivesi. Megacle. Il Sig. Luigi Marchesi all’attuale servizio di S. M. Sarda. Aristea. La Sig. Anna Andreozzi. Licida. Il Sig. Luigi Montanari. Argene. La Sig. Teresa Vestris. Aminta. Il Sig. Antonio Mora.

Le Scene tutte nuove saranno del Sig. Cav. Francesco Fontanesi.

Il Vestiario di ricca, e vaga invenzione del Sig. Baldissera Majani.

I Balli di questa prima Opera son d’invenzione e direzione del Sig. Giuseppe Bartolommei.

Il primo intitolato Bianca Siffredi Eroico-pantomimo, è diviso in cinque Atti, i cui personaggj rappresentati sono da’Ballerini infrascritti posti coll’ordine del Libretto.

Enrico Principe Palermitano ec. Il Sig. Giuseppe Volcani.

Bianca sua amante la Sig. Carolina Duprè.

Guglielmo Contestabile del Regno il Sig. Giuseppe Bartolommei. Costanza destinata sposa d’Enrico la Sig. Marianna Mariatti. Leonzio di Siffredi gran Canc. di Stato il Sig. Giuseppe Buden. Elvira Confidente di Bianca la Sig. Isabella Venturini. Alfonso Cap. delle Guardie il Sig. Niccolò Andreoni detto Spezieria.

La scena è in Palermo. Il secondo sarà un Ballo pastorale.

Siccome noi siamo certi, che non è ostentata la modestia del Sig. Bartolommei, così di buon grado riproducamo la breve sua Prefazione alla descrizione del Ballo, con cui egli raccolmandasi alla Ueneta benignità.

[755] Al Rispettabile Pubblico l’Autore de’Balli.

La Storia dei Re di Sicilia è stata sempre feconda di fatti strepitosi, a cui l’ingegno umano di tempo in tempo si è rivolto per tessere Tragedie, Drammi, Commedie, e Racconti galanti affine di destare sì negli spettatori che ne’lettori i più vivi affetti di ammirazione, di pietà, di terrore, e di gioja.

A questa io sono ricorso per formare il Ballo Pantomimo da me intitolato Bianca di Siffredi, il cui argomento a colpo d’occhio apparisce dalla sola letra de’personaggj, che lo rappresentano.

Il gusto squisito di questo rispettabile Pubblico, e la celebrità degli Autori de’Balli Pantomimi, che mi hanno preceduto, e che mi devono succedere in questo Nobilissimo Teatro, mi fanno trepidare nell’esercizio di quella servitù con cui io mi produco per la prima volta in questa Dominante come inventore e direttore di Balli. Ma la generosità propria de’nobilissimi animi Veneti mi si affaccia in mezzo a questi miei timori, e mi fa nascere una dolce lusinga, che riguardo allo studio indefesso ed al buon volere con cui ho l’onore di presentarmi, otterrò forse un qualche compatimento, ch’è l’unica gloria a cui io possa giammai aspirare.

Sabbato s’aprirà anche il Nobilissimo Teatro a San Samuele coll’Opera La Didone abbandonata.

A S. Luca si porrà in iscena nella corrente settimana la nuova Rappresentazione del Sig. Foppa. Quante novità in pochi giorni da soddisfare la curiosità degli amatori delle comiche produzioni, del canto musicale, e del Ballo!

A questo Eccell. Cons. di XL. C. N. Mane fu trattata il dì 20. corrente una Causa tra li Nobb. Sigg. Conti Pesenti Colleoni e C. Martinoni Regazzoni al Taglio, e il Venerabile Ospitale di Salò, e Signori Cominelli assuntori di Giudizio al Laudo, a favore del quale fu così deciso.

Laudo 17. + Taglio 15. Avv. al Taglio Ecc. Cromer e Stefani. Interv. Campeis. Interrut. Perosa.

Al Laudo Ecc. C. Santonini, e Orlandi. Interv. Fedrigo.

Notizie Sacre.

“19. Novembre S. Elisabetta Regina d’Ungheria solennità nella Chiesa di S. Francesco della Vigna all’Altar delle Terziarie Francescane dette Pizzochere, dimoranti in vicinanza dalla suddetta Chiesa in una Casa di sua Ragione al num. di 16.

21. Detto. Presentazione della Madonna Chiesa de’RR. PP. Somaschi detta la Salute, eretta dall’Eccellentissimo Senato per la liberazione dalla Peste dell’Anno 1631. Vi si espone l’Immagine di M. V. portata da Candia l’anno 1670. Le chiavi con cui chiudesi detta Immagine vengono custodite dall’Eccell. Procurator Cassier della Procuratia di Supra e nella suddetta mattina si porta egli col Ministero ad espor detta Immagine ed il dopo pranzo cantate le Litanie ed altre preci recitate da’RR. Padri, dal Procurator suddetto viene serrata di nuovo.”

Venerdì prossimo scorso fu perduta una cagnuolina buffola piccola, color d’Isabella, coll’estremità delle zampe bianche.

Chi l’avesse ritrovata la porti alla Spezieria da Medicine al Gaffaro, che avrà una mancia di L. 8.

Per Canonico della Ducale Basilica di S. Marco, nel posto del defunto Piovano di S. Angiolo, fu eletto dal nostro Sereniss. Doge il Reverendiss. Piovano della Chiesa di S. Polo.

[756] Lettera dell’Egregio Sign. Cav. Vannetti di Rovereto al Sig. Giovanni Galvagni d’isera pittore, ed incisore in Venezia in congratulazione del primo rame uscito alla luce rappresentante la marcia di cavalleria e fanteria dedicato a S. A. Rev. Pietro Vigilio Vescovo, e del S. R. I. Principe di Trento ec., de’Conti de Thunn, ed Hochenstein ec. ec.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Cariss. Giovanni.

Di Rovereto 17. Nov. 1790.

“Non m’allargherò troppo in dirvi della vostra marcia dedicata a S. A. Rev. il Principe Vescovo di Trento, perchè ho poco ozio da scrivervi. Bastavi dunque, che m’è piaciuta molto per gli graziosi, e naturali accidenti introdotti nelle figure, e per l’arte, onde le avete lumeggiate, e spiccate; ma più ancora per quanto v’è di paese, e massimamente per la bell’aria, e lo sfondo de’lontani verissimo, ed amenissimo, e la frappa degli alberi, che non potrebb’esser più leggiera, nè più da maestro. Ho lettere da Monsignor Provicario, che a S. A. R. non sia dispiaciuto cotesto pegno della divozion vostra, siccome già lusingavami, e per la bontà di quel Principe, e per esser voi, sinceramente parlando, di vero ornamento a queste nostre contrade nella virtuosa, e nobilissima profession vostra. Perchè vi conforto a fare ogni opera, onde pervenire a quella eccellenza, alla quale tutti gl’Intendenti vi confessano bene avviato. O quanto m’è caro che questo verno, secondochè mi scrivete, noi possiamo essere spesso insieme! Venite dunque, ed amatemi. Addio.”

Il vostro affez. amico Vannetti. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Nella riduzione di Sabbato prossimo passato dell’Eccell. Senato furono eletti in Ambasciatori Estraordinarj alla Sacra Cesarea Maestà dell’Imperatore, gli Eccell. Signori Proc. Giovanelli, e K. e Proc. Pesaro.

L’altr’jeri dall’Eccell. pieno Collegio fu eletto per Residente alla Reale Corte di Torino il Circospetto Signor Giuseppe M. Giacomazzi.

Notizie Marittime.

Bastimenti veneti arrivati a Costantinopoli.

Cap. Giorgio Marsich da Candia con Sapone.

Cap. Paolo Luccovich da Talandi con Grani.

Cap. Pasqual Visin da Scala Nuova con Grani.

Cap. Vicenzo Premuda da Salonicchio con Grani.

Cap. Lorenzo Contelli da Acri con Grani.

Bastimenti veneti partiti da Costantinopoli per le seguenti Scale.

Cap. Francesco Ballarin per Smirne.

Cap. Giacomo Persuesich per Salonicchio.

Cap. Francesco Maddalena per Alessandria.

Cap. Girolamo Giurovich per Candia.

Cap. Antonio Sirovich diretto dal Compagno Lucca Lucih per Atene per caricar Grani.

Cap. Vicenzo Picello per Volo per caricar Grani.

Commedie per questa sera.

A Sant’Angiolo.

La Maschera. Com. di Carattere.

A S. Gio: Grisostomo.

Replica Il Convito.

A San Luca.

Truffaldino Marito geloso ec. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1